Ardea spiega: le aree umide in Campania, un tesoro per la biodiversità della fauna e della flora campana

Spesso associate erroneamente a qualcosa di negativo o malsano secondo l’opinione comune, le aree umide in realtà costituiscono uno degli ambienti naturali più importanti e produttivi al mondo. Laghi, fiumi, paludi, prati allagati, delta fluviali, lagune e aree marine costiere, ma anche risaie, bacini artificiali e saline, rappresentano un notevole bacino di biodiversità, fornendo acqua e produttività primaria utile alla sopravvivenza di innumerevoli piante e animali, tra cui l’uomo.

La loro importanza è tale da essere interessate da molteplici azioni di tutela, tra queste la Convenzione di Ramsar, il primo vero trattato intergovernativo riguardante la conservazione e la gestione degli ecosistemi naturali su scala globale. Gli uccelli acquatici costituiscono alcuni degli abitanti delle aree umide più interessanti ed importanti. La loro presenza, densità e frequenza nel tempo in un determinato sito forniscono dati utili relativi allo status delle stesse zone umide. Questi inoltre rappresentano, con i loro spostamenti stagionali, un vero e proprio anello di connessione tra i vari ambienti umidi a livello mondiale, oltre che un’attrattiva nell’ambito dell’ecoturismo.

Per tali ragioni, l’avifauna acquatica è al centro dell’attenzione di naturalisti e biologi, soprattutto in inverno, durante il periodo dello svernamento, quando vi è la maggiore concentrazione di specie. È proprio in questo periodo che si svolge il censimento mondiale degli uccelli acquatici: l’IWC, International Waterbird Census. L’IWC rappresenta uno dei più continui e regolari monitoraggi ornitologici a livello mondiale, interessando ben 143 paesi in tutti i continenti. È coordinato su scala internazionale da Wetlands International, mentre in Italia dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Nel nostro paese l’IWC si svolge dal 1975, grazie alla collaborazione di amministrazioni, enti e associazioni di ricerca e all’impegno e soprattutto alla passione di un gran numero di volontari. E i censimenti vengono ripetuti ogni anno, negli stessi siti e nello stesso periodo, da ornitologi specializzati.

Scopo principale dell’IWC è quello di stimare le popolazioni di uccelli acquatici, descrivere le loro variazioni numeriche e distributive nel tempo e identificare le zone umide di maggior importanza strategica per l’avifauna svernante. I dati risultanti supportano molteplici attività di conservazione delle popolazioni di uccelli e delle zone umide da essi frequentati. E sono regolarmente utilizzati nell’ambito di convenzioni e direttive internazionali (Direttiva Uccelli, Accordo AEWA tra Africa ed Eurasia, Ramsar, Marine Strategy).

In Italia vengono condotti nel mese di Gennaio da ornitologi e birdwatchers abilitati in seguito a un esame come censitori ufficiali IWC, proprio per assicurare una standardizzazione dei rilievi, la revisione dei dati e l’archiviazione nel database nazionale.

Per quanto concerne la Campania, questa vanta di circa 30 rilevatori abilitati, di cui 26 soci dell’Associazione ARDEA, che ogni inverno effettuano con grande passione e meticolosità i conteggi in ben 60 aree umide regionali. Quest’anno si è conclusa la 52° edizione e, come ogni anno ARDEA ha steso l’invito a partecipare al pubblico, suscitando l’interesse di oltre 30 partecipanti tra naturalisti, tirocinanti, fotografi ed appassionati di natura che si sono aggregati con grande entusiasmo ai rilevatori dell’Associazione ARDEA.

Tra i diversi siti d’interesse in Provincia di Caserta, sono stati indagati i laghi del Matese, Gallo e Letino, dove sono state contattate molteplici specie di anatre che utilizzano questi bacini idrici come sito di svernamento: Alzavola, Fischione, Canapiglia, Mestolone, Moriglione, Moretta e Moretta tabaccata.

Per quanto concerne il Litorale Domitio e Lago Patria, è stato registrato un elevato numero di individui di Alzavole e Moriglioni, oltre ad altre specie tra cui il Codone. Sono stati censiti molti altri rappresentanti dell’avifauna acquatica quali Fenicotteri, Mignattaio, Chiurli maggiori, Avocette, Pavoncelle, Gambecchi, Piovanelli tridattili e pancianera. Inoltre è stato contattato un discreto numero di individui di Zafferano, un gabbiano del Nord Europa che trascorre l’inverno alle nostre latitudini.

In una delle ultime uscite effettuate, presso l’Oasi WWF Lago di Conza in Provincia di Avellino, nonostante non vi siano state cifre esorbitanti di uccelli presenti, è stata contattata almeno una coppia di Marangone minore, simile al più comune Cormorano. La sua presenza è documentata solo da qualche anno nella nostra regione e, oltre che nel periodo invernale, anche durante le altre stagioni l’Invaso di Conza vanta l’esclusiva di tale specie, rappresentando l’unico sito riproduttivo campano.

Tali censimenti, oltre alla raccolta di dati riguardanti gli uccelli acquatici, sono stati anche un occasione per poter osservare e confermare la presenza di altre specie di interesse conservazionistico, come la coppia di Aquila reale nidificante sulle vette del Massiccio del Matese (oggi appena diventato Parco Nazionale), oppure di rapaci svernanti lungo le piane costiere del Casertano come l’Albanella reale e l’Aquila minore o ancora poter contattare gabbiani con anelli colorati, risalendo al loro paese di nidificazione, grazie alla lettura del codice alfanumerico su di questi applicato.

Tuttavia l’osservazione in assoluto più interessante, effettuata a Gennaio durante le uscite IWC, non riguarda maestosi veleggiatori o variopinti trampolieri, ma un uccellino dalle dimensioni di 12 cm: il Saltimpalo del Caspio (Saxicola maurus hemprichii). Avvistato e identificato da Ottavio Janni e Vincenzo Cavaliere presso le Soglitelle, Litorale Domitio, rappresenta la quarta osservazione in Italia. Considerato sottospecie del Saltimpalo siberiano, tale Passeriforme è originario dell’Asia Centrale ed è la prima volta che viene osservato in Campania.

Una testimonianza che il nostro territorio riserva ancora tante sorprese da scoprire!

Articolo di Andrea Senese

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