Ardea racconta: la ricca di biodiversità vegetale in Campania di piante carnivore o insettivore. Tra queste la varietà Pinguicola

Le piante carnivore sono, da sempre, oggetto di grande curiosità e fascino. Migliaia di articoli sono stati scritti su queste intriganti piante, alcune delle quali presentano adattamenti sorprendenti. La maggior parte delle piante carnivore preda insetti di ridotte dimensioni, mentre altre catturano organismi minuscoli grazie a delle spettacolari trappole subacquee. Il termine più adatto per queste specie è, dunque, insettivore piuttosto che carnivore. La “insettivoria” nelle piante si è evoluta per sopperire alla mancanza di nutrienti in ambienti particolarmente sfavorevoli, ma sono perfettamente in grado di fare fotosintesi.

Riguardo la loro distribuzione, moltissime specie sono tropicali, ma sono presenti anche in Europa, in Italia e nella regione Campania. La Campania è, infatti, una regione ricca di biodiversità vegetale e conta ben 21 specie di piante endemiche. In Campania sono presenti tre specie di piante insettivore: Utricularia australis (presente nel Lago del Matese), Pinguicula hirtiflora e l’endemica Pinguicula lavalvae. In questo articolo, focalizzerò l’interesse sulle due specie del genere Pinguicula presenti in Campania, soprattutto la prima.

Pinguicula hirtiflora fu descritta per la prima volta nel 1824 da Michele Tenore, che la rinvenne presso la sorgente dell’Acqua Santa in Penisola Sorrentina. Pinguicula hirtiflora, specie protetta la cui raccolta è vietata, è una pianta minuta, caratterizzata da una rosetta basale di foglie lunghe massimo 8 cm ricoperte da vescicole appiccicose che fungono da trappola adesiva per le prede. I fiori sono piccoli e delicati, lunghi al massimo 3 cm, ma di grande bellezza. La pianta cresce esclusivamente su rocce umide e stillicidiose. In Penisola Sorrentino-Amalfitana la specie vive principalmente nei valloni umidi, dove ha trovato ambienti di rifugio ideali, e molte stazioni sono spesso inaccessibili. Una popolazione separata, invece, si ritrova nei Monti Picentini. Nella valle del fiume Sabato, dopo anni di ricerche, lo scrivente e il collega Antonio Izzo hanno descritto nel 2014 una specie nuova ed endemica, P. lavalvae, dedicata alla memoria dello scomparso professor Vincenzo La Valva, mentore di tanti naturalisti.

Foto di Michele Innangi

La ricerca su Pinguicula in Campania non si è fermata e continua ancora oggi. La caratteristica più affascinante di P. hirtiflora è il suo areale. Infatti, la specie è originaria dei Balcani, dove è ancora diffusa nei valloni umidi della Grecia e dell’Albania. In Italia, oltre alle popolazioni campane, la pianta esiste solo in un’unica stazione in Calabria. Le specie che presentano questo tipo di distribuzione, ossia Balcani da una parte e Italia centro-meridionale dall’altra, sono dette Anfiadriatiche. Di specie con questo areale in Italia ce ne sono centinaia, in virtù degli eventi delle ere glaciali. Quello che rende P. hirtiflora peculiare è l’estrema frammentazione dell’areale in Italia e l’idea delle incredibili migrazioni che una specie con ecologia così particolare possa aver fatto. Ricerche recenti del nostro gruppo di lavoro, ancora non pubblicate, dimostrano che la specie, infatti, è probabilmente migrata in Italia dai Balcani nelle ere glaciali passando per il Salento. Dal Salento, la specie probabilmente migrò in Calabria e successivamente in Campania.

Foto di Michele Innangi

La ricerca è in pieno fermento e si stanno applicando tecniche diverse e moderne, inclusa la morfometria geometrica, la filogenesi molecolare, l’analisi dei nutrienti presenti nelle foglie e i modelli di distribuzione. Il ruolo sistematico di P. lavalvae è anch’esso oggetto di attenta indagine, ma tutti i dati suggeriscono che le popolazioni di Pinguicula presenti in Campania hanno delle rimarchevoli differenze con le piante dell’altra sponda dell’Adriatico. La ricerca prosegue e continua a entusiasmarci dal 2009, dimostrando che non sempre è necessario viaggiare fino a tropici per trovare affascinanti argomenti di ricerca. La biodiversità è appena fuori la porta di casa.

Disegno di Rosaria Manco

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Articolo di Michele Innangi

 

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