Ardea spiega come tutelare il fratino in spiaggia, con i consigli di ARDEA a cura dell’ornitologo Marcello Giannotti, esperto della specie

Il Fratino (Charadrius alexandrinus) e il Corriere piccolo (Charadrius dubius), sono due specie di uccelli limicoli che nidificano sulle spiagge campane. Grandi appena pochi centimetri, depongono le uova sulla sabbia e come unica difesa possono solo contare sul loro mimetismo. A causa di attività umane, della cementificazione delle coste e di pratiche poco sostenibili per la gestione delle spiagge, il loro numero negli anni è diminuito. E attualmente queste due specie vengono considerate in pericolo dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).

L’Associazione ARDEA, che da sempre si occupa della salvaguardia della natura, ha deciso così di dedicare un vero e proprio piano di conservazione e monitoraggio a queste due specie, denominato “Una spiaggia per il Fratino”. La missione è una: tutelare le coppie che nidificano sulle coste campane, Ma è molto difficile da realizzare e per essere portata avanti ha bisogno dell’impegno di tutti i cittadini. E allora ecco in cosa consiste il progetto e cosa possiamo fare noi per il Fratino e il Corriere piccolo, seguendo i consigli dell’ornitologo e naturalista Marcello Giannotti, a capo del progetto.

Com’è nato il progetto Una spiaggia per il Fratino?

“Il progetto è scaturito per dare una risposta a una domanda importante: conoscere lo stato di conservazione in Campania di una specie a rischio di estinzione, per la quale non si aveva nessun concreto dato di presenza e soprattutto di nidificazione nella Regione. Infatti le uniche osservazioni, prima dell’avvento del progetto, erano state occasionali e mai documentate scientificamente” spiega Giannotti a Terre di Campania.

In questi anni è cambiato qualcosa?

Inizialmente abbiamo riscontrato una situazione molto allarmante, che vedeva una estrema concentrazione della popolazione di Fratino della Campania in un’area molto ristretta, corrispondente al comune di Mondragone. Oltre al monitoraggio e al censimento, fondamentali sono state le campagne di sensibilizzazione verso i cittadini. Infatti, oggi, grazie all’impegno di Ardea e alla collaborazione della Regione Campania, il Fratino è diventato una vera mascotte del territorio di Mondragone. Oggi è conosciuto e tanti sono i cittadini che si preoccupano della tutela di questa specie. Del resto, penso che non si possa restare indifferenti a un animale così bello e tenace. Non si può non restare colpiti dalla determinazione di queste coppie di piccoli uccelli che, nonostante i pericoli e le enormi difficoltà, continuano negli anni a scegliere sempre le stesse spiagge per portare avanti la loro fase riproduttiva. Sono disposti persino a dare la vita per salvare i propri figli. Proprio a Mondragone ricordo un episodio durante il quale, a causa della presenza di un cane vagante, il maschio adulto finse di avere un’ala rotta attirando così l’animale a sé. E il piccolo, nato da pochi giorni, stendendosi a terra simulava di essere deceduto per non essere mangiato. Tale forte istinto di sopravvivenza non può passare inosservato.

Com’è andato per ora il censimento di quest’anno?

“Il 2018 è stato un anno molto particolare dal punto di vista meteorologico. E questo ha comportato, un decremento delle deposizioni, influendo quindi sulla fase riproduttiva. A oggi abbiamo censito 11 nidificazioni, ma auspichiamo che nei prossimi giorni ci saranno nuove deposizioni. Ardea è comunque sempre in prima linea e sono sempre più numerosi i soci che credono nel progetto e si impegnano con grande fatica per tutelare la specie”.

Cosa possiamo fare noi per tutelare il Fratino quando andiamo in spiaggia?

“I consigli che dovrebbero seguire i bagnanti e, ancor di più i gestori degli stabilimenti balneari, sono diversi e nessuno di questi implica un grande sacrificio. Si tratta semplicemente di piccole attenzioni e accorgimenti.

  • In primis non si deve giungere con mezzi meccanici o auto fin sulla spiaggia. Si rischierebbe di schiacciare uova e pulcini, vanificando così gli sforzi di questa specie.
  • Non bisogna lasciare poi i cani liberi di vagare sulle spiagge, almeno nel periodo riproduttivo che va da aprile a luglio, in quanto i cani possono mangiare uova e piccoli. E si dovrebbe anche evitare che vi siano cani randagi nei paraggi.
  • Non bisogna, poi, assolutamente toccare nidi o pulcini. Spesso si crede che siano abbandonati, ma al contrario i genitori sono sempre in zona a tenerli d’occhio. E un nostro intervento potrebbe destinare a morte certa i pulcini o le uova.
  • Inoltre i gestori dei lidi, quando realizzano le azioni di pulizia della spiaggia, dovrebbero prima verificare la presenza di eventuali nidi, con l’aiuto degli esperti.
  • È indispensabile anche tutelare la duna, che i Fratini utilizzano come rifugio, come casa per fare in nido e per alimentarsi. Se si tutela la duna, inoltre, si limita anche l’erosione della spiaggia.

Il consiglio che però ritengo più rilevante e che mi sentirei di dare, è quello di non sentirci proprietari delle spiagge e comportarci come se tutto ci fosse permesso. Piuttosto dovremmo considerarci ospiti di un ambiente estremamente delicato e raro, ricco di forme di vita spesso piccole e invisibili, che risentono di ogni nostro comportamento”.

Se quest’intervista potesse finire in una capsula del tempo ed essere letta tra 50 anni, cosa vorresti dire a chi la legge?

“Di guardarsi attorno e di apprezzare e conservare ciò che di naturale è rimasto. Gli direi di non aspettare che lo facciano gli altri, ma di impegnarsi lui in prima persona. Di guardarsi indietro per comprendere ciò che è stato perduto. Ma soprattutto, se il Fratino dovesse essere ancora presente, gli chiederei di impegnarsi nella sua tutela, di dare tutto sé stesso per salvaguardarlo, come in tanti hanno fatto un tempo. E, per finire, gli farei una richiesta: ricordare gli errori passati e non commetterli nuovamente”.

L’impegno dei soci ARDEA e dei volontari per dare una speranza al Fratino, anno dopo anno, viene premiato dalla gratificazione di veder nascere nuovi piccoli di Fratino. Ma per avere spiagge a misura di Fratino, c’è bisogno che tutta la comunità campana partecipi. Davvero dobbiamo aspettare 50 anni per renderci conto degli orrori.

Articolo a cura di Arianna Belfiore

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