Ritrovato a pochi chilometri dal centro di Benevento un quartiere artigianale di epoca romana
Molto probabilmente doveva trattarsi di un insediamento abitato da una decina di persone, principalmente artigiani esperti nella realizzazione di manufatti in ceramica. L’insediamento, individuato lungo l’Appia Antica, nei pressi di Masseria Grasso, risale all’epoca compresa tra la fine del I sec. a.C. e il I sec. d.C.
Il merito di tale importante scoperta è degli archeologi dell’Università di Salerno guidati dal prof. Alfonso Santoriello (Cattedra di Archeologia dei Paesaggi) nell’ambito del progetto Ancient Appia Landscapes, nato nel 2011 in seguito a una convenzione stipulata tra il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Il progetto è stato pensato per supportare la Rete dei Comuni dell’Appia, che punta a realizzare il Museo lineare dell’Appia, ideato dall’Associazione Iconema. Trattasi di un museo diffuso lungo il tratto da Benevento a Mirabella Eclano (Avellino), con il coinvolgimento anche dei territori di San Giorgio del Sannio, San Nicola Manfredi, Calvi, Bonito, Venticano e Apice.
Ancient Appia Landscapes è un progetto partito sei anni fa che interessa l’area compresa tra il ponte Leproso (Benevento) e il ponte Rotto (nel comune di Apice).
L’archeologo Santoriello ha dichiarato:
Attraverso la verifica di segni e tracce archeologiche sul terreno, vuole ricostruire non solo il tracciato della strada consolare, ma anche un contesto più vasto, in cui possano essere messe in valore le dinamiche insediative e le caratteristiche ambientali nel loro complesso, dando forma e vita ai paesaggi del passato, intesi come interazione dell’uomo con l’ambiente.
Prima di effettuare lo scavo, l’area è stata studiata dagli archeologici con campagne annuali di indagine di superficie e indagini stratigrafiche di verifica attraverso l’utilizzo di georadar, analisi geomagnetiche, immagini satellitari, foto aeree e da drone. Analisi che hanno permesso di ricostruire dettagliatamente il quadro delle trasformazioni del paesaggio, e quindi del sito archeologico, nel corso dei secoli, e di individuare strutture nascoste nel sottosuolo.
Il primo rinvenimento interessa un tratto dell’antica Via Appia: la strada, delimitata ai bordi da elementi lapidei di varia pezzatura, misura circa 5,60 metri ed è compatibile con le ampiezze delle strade consolari. Poco distante invece è stato individuato un quartiere artigianale articolato su diversi ambienti, disposti attorno ad almeno due fornaci. Probabilmente l’area era dedicata alla produzione di ceramica tra la fine del I sec. a.C. e il I sec. d.C.
Santoriello ha dichiarato:
Una delle due fornaci era certamente adibita alla produzione di ceramica a pareti sottili, con forme come bicchieri e boccaletti.
Dell’altra sono ancora in corso valutazioni ed esami.
Fino a questo momento si sa che l’intero sito è stato frequentato a partire almeno dal IV sec. a. C. Secondo l’archeologo Santoriello tutte le tracce individuate sembrano confermare l’identificazione della stazione Nuceriola, distante quattro miglia romane (5,924 chilometri) dall’antica Porta Somma, dove oggi è la Rocca dei Rettori. Le ricerche sono state condotte grazie ai fondi stanziati dall’Università di Salerno-Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, al contributo di Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) Regione Campania e Genti delle Alture, anche l’agriturismo “I Tufini” sostiene il progetto attraverso la messa a disposizione di locali destinati alle ricerche.