Music Coast To Coast ha recensito l’album d’esordio di Blindur, che porta lo stesso nome della band. Un inizio atteso e per niente deludente
Esce per La Tempesta Dischi l’omonimo disco d’esordio deiBlindur, ossia: Massimo De Vita (cantautore, polistrumentista e produttore) e Michelangelo Bencivenga (polistrumentista).
L’album pubblicato il 13 gennaio 2017, è stato registrato in presa diretta con la collaborazione di Birgir Birgisson, storico fonico e produttore di Sigur Ros, e non solo…
Il duo campano ha tante frecce nella propria faretra, a partire dai testi – di una spanna sopra la media di quelli che si ascoltano in giro – e di un mix di folk e post rock con venature elettroniche ben articolato e ricco di dettagli.
In questo disco c’è tutto; dal viaggio alla notte, dall’estate che brucia alle cicatrici del passato fino alla positiva violenza del presente.
Blindur è un viaggio in direzione del nord Europa, passando per Dublino con il singolo Aftershock. Nella prima traccia troviamo la consapevolezza di chiunque sa cosa sarebbe potuto essere e non lo è diventato, chiunque pensa a dove sarebbe potuto vivere e che, invece, ha deciso di lasciare. Il tutto viene abbellito da chitarra, glockenspiel, banjo e percussioni per creare un muro di suono. Difficile da immaginare, pensando che a suonare sono solo in due.
In ogni traccia la cura per le dinamiche è maniacale, i ritornelli sono delle bombe, semplici, ma che nascondono un’efficacia disarmante.
Alcune tracce dell’album, Canzone per Alex, Foto di classe, Vanny e Contrometafore sono già conosciute da chi segue i Blindur e li ha visti almeno una volta dal vivo in uno dei 150 live in giro per l’Italia o all’estero.
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