Mario Pagano, in arte Ebam, giovane disegnatore e tatuatore di Avellino, abbellisce i muri della città disegnandoci sopra i dinosauri per far riscoprire i vecchi valori.

Ad Avellino sono tornati i dinosauri! Ma non quelli intesi in senso metaforico con un’accezione non propriamente positiva, ma quelli disegnati sui muri dei vecchi palazzi. Dinosauri venuti direttamente dalla preistoria, carichi dei loro allegri colori, per irrompere nel grigiore di una città un po’ spenta e portare una ventata di valori positivi e un po’ persi. 

Almeno questo è l’intento che si propone Ebam, 28enne artista irpino, che scoraggiato dalla situazione di abbandono in cui versano alcune zone della città, ha deciso di abbellire i muri di alcuni palazzi, disegnandoci sopra i dinosauri. 

Mario Pagano, è arrivato alla street art dopo aver studiato all’Istituto d’Arte di Avellino e all’Accademia delle Belle Arti di Napoli,  mentre ora è anche tatuatore e al primo anno alla Scuola Comix di Napoli. Ha scelto come luogo da dove partire per la sua opera di restauro, un vecchio palazzo alle spalle di via Tagliamento, all’incrocio con via Strada Comunale Ponte di Monte Sarchio Baccanico; una zona centrale, anche se un po’ trascurata.

Non è ricorso alla burocrazia, né a metodi più ufficiali, ma semplicemente si è messo d’accordo con il proprietario dello stabile e a sue spese, ha montato l’impalcatura e quant’altro.

Ebam è talmente determinato nel progetto di voler abbellire il paesaggio urbano, da autofinanziarsi. E lui stesso commenta:

Io vengo da una famiglia umilissima e da una delle cosiddette periferie avellinesi: Rione Parco. Sono cresciuto nei prefabbricati pesanti e questo fa di me un figlio della speculazione edilizia. Cerco il bello del mondo per non impazzire pensando alle sue storture, e dove il bello non c’è cerco di ricrearlo io.

Quindi, tutto chiaro sul motivo, desta ancora qualche curiosità, invece, la scelta del soggetto che ha riportato sui muri: i dinosauri. In questo caso, l’artista spiega che da piccolo, come del resto, tutta la generazione degli anni Novanta, era molto affascinato dai dinosauri. La scelta della loro figura è anche un modo per impressionare i bambini di oggi, per i quali molte cose sono scontate e sui quali i dinosauri non esercitano più tanto effetto.

Ma vedere un dinosauro che si staglia dal grigiore cittadino sulla parete di un palazzo, può ancora suscitare meraviglia, irrompere con un colpo d’occhio grazie ai colori forti, vivi, e catturare l’attenzione dei passanti. Così, il murales può aprire uno squarcio nella piatta scenografia, quasi abbandonata di alcuni luoghi, dove ormai si passa davanti quasi indifferenti, incuranti. Ebam spiega:

I dinosauri possono annoverarsi a pieno titolo tra i nostri miti pur essendo realmente esistiti. È anche per ciò che li ho scelti: sono una metafora di valori che si sono persi, e si vede. Viviamo in un’epoca che ci viene rappresentata come decisamente migliore delle precedenti, ma non è così, non del tutto: l’assenza di taluni punti fermi si percepisce.

L’arista, quindi,  fa ritornare il passato in un’accezione positiva, introducendolo con l’aspetto ruvido e non proprio rassicurante di un rettilone verde, ma forse proprio per questo, “vero”, imperfetto come tutti e come la realtà; rendendendolo però pregno di ciò che conta davvero: i valori.

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