Come tutelare la propria privacy sul web: il seminario della Federico II

“Quante informazioni riversiamo ogni giorno sulla rete?”. “Chi le recepisce e quale uso ne fa?”

Temi e domande al centro del dibattito aperto dal Prof. Piero Andrea Bonatti, docente di Informatica della Federico II, venerdì 10 marzo, all’Istituto Serra via Trinità delle Monache di Napoli, durante il seminario dal nome “L’intelligenza artificiale al servizio della privacy“.

La nostra privacy perde di significato a contatto con la rete, con i social, digitalizzandosi perde gran parte del suo essere.  Se è pur vero che i social networks, ad esempio, al momento della registrazione fanno richiesta solo delle nostre generalità, un attimo dopo eccoli invogliarci ad inserire molti dati più personali e intimi come il titolo di studio, il luogo di nascita, l’orientamento religioso o sessuale. Per non parlare delle numerose applicazioni degli smartphone che richiedono accesso a rubriche personali e localizzazione.

Del resto proiettandoci in un futuro non troppo distante da noi vedremo che la questione andrà accentuandosi: i nostri dati clinici saranno, fin da quando nasciamo, disponibili in formato digitale e reperibili da ogni ospedale sul pianeta. Pur considerandone i vantaggi e i benefici, chi potrà assicurarci che questi dati sensibili non vengano usati anche contro di noi, ad esempio, per scegliere chi dovrà essere assunto in una data azienda o per sconsigliare un possibile relazione affettiva?

Problema giuridico, dilemma etico, sfida tecnologica: il diritto ad un sufficiente livello di privacy è un processo in evoluzione continua.  Collezionando informazioni che di per sé potrebbero sembrare del tutto anonime, sarà possibile determinare con buona probabilità gli individui a cui i dati si riferiscono e utilizzare queste informazioni per accedere a dati personali sempre più estesi. L’Intelligenza Artificiale, come d’altronde tutte le tecnologie sofisticate, ha due facce della stessa medaglia: può essere utilizzata sia a favore di società e individui sia contro di essi.

Per questo una maggiore consapevolezza di come le informazioni vengono raccolte, elaborate e distribuite attraverso i sistemi informatici, può aiutarci a mitigare i rischi dell’era digitale e a far valere pienamente i nostri diritti.

Al seminario il Prof. Bonatti, con ricercatori, studenti e membri della comunità scientifica, tirandone le fila,  sintetizza così la questione: anche se la nuova legislazione Europea sulla privacy garantisce con forza i nostri diritti, nell’era digitale occorrono soluzioni ancor più intelligenti per mantenere la competitività delle aziende Europee ed evitare che alla fine – per ottenere un servizio – l’unica possibilità sia di rilasciare i nostri dati a qualche operatore extraeuropeo che non è vincolato a fornirci le stesse garanzie. Domande, in ogni caso, attendono ancora risposte.

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