Il concerto degli Aziza Quartet conclude la XXIII Edizione del Pomigliano Jazz in Campania Festival 2018
Si è conclusa, lunedi 29 ottobre, la XXIII Edizione del Pomigliano Jazz Festival, che si avvale della Direzione Artistica di uno dei più importanti organizzatori di festival jazz italiani Onofrio Piccolo il quale anche quest’anno ha dato dimostrazione di ideare e dirigere una delle più belle manifestazioni sul territorio campano. La forza del Pomigliano Jazz non è solo la musica jazz ma una serie di iniziative che vanno dalle visite guidate sul territorio che ospita il Festival, mostre, degustazioni enograstronomiche e particolari momenti di arte/cultura e spettacolo che hanno attratto migliaia di spettatori e appassionati jazz da tutta la Campania e non solo.
Un particolare plauso va alla mostra “Le macchine della Musica/Storie di Jazz in Campania” allestita negli spazi del Palazzo dell’Orologio di Pomigliano d’Arco che ripercorre le grandi tappe della storia del jazz attraverso le “macchine della musica” e il rapporto creato, in oltre venti anni, attraverso il festival, tra il territorio e la musica jazz.
Dopo due mesi di un ricchissimo programma che ha visto, per tutto il mese di settembre e di ottobre, un alternarsi di musicisti, artisti e visite guidate, in una sorta di rappresentazione dell’Arte in tutte le sue forme, il Pomigliano Jazz si è concluso con un evento davvero speciale, unica tappa in Campania, il concerto degli Aziza Quartet
Maestri assoluti delle più alte dimensioni del jazz, Dave Holland, Chris Potter, Lionel Loueke e Eric Harland uniscono le loro forze per dar vita ad un gruppo davvero strepitoso: Aziza. Quartet ossia quattro strepitosi musicisti che hanno raggiunto il successo con, tra gli altri, Miles Davis e Herbie Hancock.
Il quartetto Aziza ha fatto il suo debutto nel 2015 con l’omonimo album: una formazione di stelle del jazz internazionale. E’ stata proprio una delle composizioni di Loueke “Aziza dance” a dare l’idea ad Holland del nome da dare al gruppo, dopo le spiegazioni che lo stesso Loueke diede ad Holland sul perché del titolo del brano. Aziza in realtà è il nome del dio dell’ispirazione tratto dalla mitologia del Dahomey che proviene dalla sua terra natale del Benin.
È chiaro che la formazione si muove sotto l’ala protettiva di Dave Holland. Contrabbassista inglese, nel 1968 fu notato da Miles Davis in uno dei club più rinomati di Londra, il Ronnie Scott’s e Davis ne restò così colpito da preferirlo a Ron Carter. A New York iniziò la sua carriera tra i big e registrò in alcuni dischi chiave di Davis tra i quali i due che segnarono la svolta del musicista afroamericano, “In a Silent Way” e “Bitches Brew”. Il jazz contemporaneo ebbe il suo battesimo di fuoco. E dopo l’esperienza con Davis, Holland formò il gruppo Circlee con Chick Corea, Barry Altschul e Anthony Braxton aprendo un lungo sodalizio con la casa discografica tedesca, ECM. A 70 anni ha ancora un’energia creativa strepitosa, maestro assoluto del contrabbasso, affascinato dai nuovi progetti musicali e attratto da collaborazioni con talenti del suo livello, un esempio che ha fatto (e continua a fare) scuola per intere generazioni.
Chris Potter si è fatto un nome nella Dave Holland Quintet ed è una delle punte di diamante mondiali tra i sassofonisti ed è un modello per i giovani sassofonisti jazz di tutto il mondo. Il chitarrista Lionel Loueke suonava al fianco di Herbie Hancock. Il batterista Eric Harland è attualmente parte del Charles Lloyd’s Sangam e membro portante della band, Prism guidata da Dave Holland, il suo stile è energico, dinamico ma allo stesso tempo sofisticato con un particolare sound di autorevolezza ad ogni battito.


Il concerto anticipato dal piano solo di Bruno Salicone, è stato un autentico successo, tanto che in effetti la sala del Cinema Teatro Gloria di Pomigliano d’Arco si è immediata affollata di veri e propri appassionati del jazz.
Sin dai primi brani suonati dal gruppo si è avuta la conferma di essere presenti ad uno dei concerti che possono essere tranquillamente definiti come un esempio di cosa sia il jazz e suonare secondo modalità espressive musicali jazzistiche. Pur essendo dei Maestri indiscussi, nessuno di loro, neppure Holland ha mai prevalicato sugli altri né assunto atteggiamenti da primadonna, neppure negli assoli durante i quali ognuno di loro ha avuto modo di esprimere tutto il proprio talento. La magia sul palco è stata immensa. Anche nelle improvvisazioni, nella vena creativa di ognuno dei musicisti, nelle inevitabili divagazioni o meglio interpretazioni musicali dei singoli componenti del quartetto, c’era sempre un momento nei quali, con una perfetta sinergia e tempismo musicale, si ritrovavano tutti e quattro a “riavvicinarsi” e “ricongiungersi” alla melodia e al tema musicale centrale dei brani.
Applauditissimi dal pubblico evidentemente felice di essere tra i fortunati spettatori di un evento così straordinario, hanno suonato per più di un’ora e mezza i brani del loro album “Aziza” come “Finding the Light”, “Walkin’ the Walk”, “Friends” e naturalmente “Aziza Dance”.
Ringraziando il Direttore Artistico Onofrio Piccolo per la gentile ospitalità, Umberto Di Micco della DMV Comunicazione che cura tutta la parte della comunicazione di tale evento per gli accrediti gentilmente concessaci, e tutto lo staff organizzativo e tecnico che anche quest’anno hanno portato al successo il Pomigliano Jazz Festival, non ci resta che dare appuntamento alla prossima edizione 2019.