Su Rai Uno la seconda stagione della fortunata serie I Bastardi di Pizzofalcone tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni. Riusciranno a riabilitarsi?
I Bastardi di Pizzofalcone riprendono da dove li avevamo lasciati. Su Rai Uno, in prima serata e sempre un successo di ascolti. La prima stagione si chiudeva con la scomparsa di un bambino e il banchetto di fine anno della squadra in via di redenzione.
La prima scena della prima puntata è proprio quella di una tavolata composta da tutti I Bastardi. Lojacono dichiara ai compagni che a breve sposerà il magistrato Laura Piras. Ma è tutto un sogno! L’ispettore vorrebbe confessare ai colleghi la relazione amorosa che lo lega a questa affascinante donna sarda ma non è pronto a dichiararlo a sua figlia Marinella (che già sospetta qualcosa). Laura però è convinta che tutto ciò possa solo portare problemi al loro lavoro e scompiglio nella squadra, quindi decidono di continuare a vedersi di nascosto da perfetti amanti.
L’indagine su cui lavorano i Bastardi (Cuccioli) verte sulla ricerca dei genitori di una neonata abbandonata sotto al portone del commissariato, salvata da Romano. Ciò porterà i poliziotti a scoprire un omicidio e una serie di inganni nella Napoli bene.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa seconda stagione?
Una new entry andrà ad infierire nell’equilibrio già precario della relazione tra Lojacono e Piras: il magistrato antimafia Buffardi presente dalla seconda puntata (il romanzo di riferimento è Pane), interpretato dall’attore Matteo Martari.
Romano si affezionerà sempre di più alla bambina salvata, dandole il nome dell’ex moglie. Ma questo basterà a calmare la sua rabbia e le sue mani? Riuscirà a cambiare per amore in cosi’ poco tempo? Si pentirà veramente?
Nel frattempo lampi di gelosia si scateneranno nel cielo limpido di Napoli tra Di Nardo e la dottoressa Martone, problemi con la prostata per Pisanelli alle prese con il serial killer e Aragona avrà quel che si merita…
Nelle prossime puntate si parlerà di Camorra ma anche della costiera sorrentina (Souvenir).
Non ci resta che aspettare.
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