Sui monti avellinesi una comunità di contadini e piccole imprese ricomincia a coltivare la pregiata tipologia risciola: un grano tenero dal colore rossiccio dimenticato da secoli.

Nell’Irpinia, in quella zona che già duemila anni fa Virgilio nell’Eneide indicava come “terra di mezzo”, quella terra sospesa tra passione, fatica e tanta  tradizione, nel cuore degli Appennini, sta ricomparendo la risciola, un tipo di grano antichissimo. 

L’iniziativa è partita dalla famiglia di imprenditori agricoli Lo Conte, originaria di Avellino. L’idea è quella di piantare grani autoctoni, ossia si è ripreso a seminare e coltivare in modo tradizionale e in modo biologico, in piccoli appezzamenti della zona questo tipo di grano ormai dimenticato. Il gruppo Lo Conte distribuisce anche gratuitamente  i semi a tutti i soci della “Comunità Risciola” , a cui hanno aderito diverse aziende dell’Alta Irpinia, garantendo così una maggiorazione del 60% del prezzo di mercato.

L’obiettivo è quello di sostituire un’ agricoltura intensiva che di fatto ha logorato i terreni con un’agricoltura sostenibile ma al contempo modernissima, in quanto in modo del tutto naturale riesce a dar risposta alle esigenze di mercato di prodotti “gluten free”, attraverso la riscoperta e lo studio in laboratorio di questo grano che qui cresce in modo  spontaneo dal 1500. La risciola si rivela quindi anche molto preziosa per la salute. I suoi semi non convenendo in termini di resa all’industria mondiale delle sementi, non sono mai stati incrociati né modificati negli anni, mantenendo così intatte tutte le proprietà nutrizionali. Per esempio, il grano moderno ha tra l’11-13% di glutine, invece la risciola parte da una percentuale molto più bassa, che è 7-9%, consentendogli una fase di deglutinazione testata dai trial clinici dell’ospedale Umberto I di Roma.

La coltivazione della risciola è un tipo di coltivazione che punta alla qualità e non alla quantità. Grazie anche alla caparbietà e alla lungimiranza del selezionatore di farine speciali Antonio Lo Conte che andò a scovare in quel di Castelfranco in Misciano un contadino che a casa sua,  custodiva  gelosamente questo tipo di grano e vi faceva il pane e che, alle parole dell’ imprenditore si insospettiva perché credeva che volessero accusarlo di tenere grano fuorilegge, poiché non iscritto al registro delle sementi in vigore.

La risciola in particolare, e un tipo di grano che offre le sua migliori produzioni in alta collina, dove la ventilazione è sempre presente, ecco perché ben si è adattata alle condizioni geofosiche dell’avellinese. Poi , molto prezioso in quanto ricco di antiossidanti, minerali e vitamine ideale per prodotti a ridotto contenuto di glutine e meno del 2% di lipidi. 

Inoltre i  semi hanno mantenuto intatte tutte le proprietà nutrizionali originarie e la loro farina è perfetta per produrre pane artigianale, di cui, ogni più piccolo granello di farina parla di tutta la tradizione della “terra di mezzo” che si porta dietro.

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