Insostenibili nel 2018 gli ululati razzisti rivolti dalla curva nerazzurra a Kalidou Koulibaly, rovinando lo spettacolo che Inter e Napoli avevano prodotto durante il match.

Prestazione poco convincente del Napoli, che nel match di San Siro contro un’Inter in crisi di risultati ma comunque terza si presenta manifestando tutto il trasformismo di Carlo Ancelotti, che rinuncia a Ghoulam ed Hysaj per schierare Callejon in una inedita posizione da terzino destro, misura volta a contenere le progressioni dei due laterali nerazzurri Asamoah e Perisic.

Tra i pali ancora Meret, solita linea a quattro completata da Mario Rui, Albiol e Koulibaly, centrocampo di qualità con Allan, Zielinski, Fabian Ruiz e capitan Hamsik ad agire dietro alle due punte Milik ed Insigne. Solito 4-3-3 per Spalletti che schiera la miglior formazione disponibile al netto dell’assenza di Vrsaljko e della sospensione di Nainggolan.

Parte subito forte l’Inter che al quarto secondo di gioco impegna Meret con Icardi che ha la pazza idea di tirare dal cerchio di centrocampo, con il portiere azzurro che interviene troppo molle e lascia che il pallone colpisca la traversa. Dai primi minuti l’Inter fa più possesso palla degli azzurri nonostante non ci siano chiare occasioni da goal, Milik spara alto da buona posizione ma la prima svolta arriva al 23′ quando Hamsik esce dal campo per infortunio, si sospetta uno stiramento, con Ancelotti che dichiara finito l’esperimento Callejon terzino ed inserisce Maksimovic ad agire sulla fascia come successo già in Champions League.

Al 31′ l’Inter passa in vantaggio con Perisic abile a battere Meret con un tiro di controbalzo ma la posizione è di fuorigioco e si rimane sul pari. Negli ultimi minuti i nerazzurri aumentano la pressione e si rendono pericolosi con Joao Mario che libero in area di rigore colpisce di testa ma troppo debolmente, mentre al 43′ Koulibaly firma il primo intervento da fenomeno bloccando un tiro sulla linea dell’astuto Icardi che era riuscito a superare Albiol e Meret ma non il senegalese. Allo scadere del secondo minuto di recupero ancora il portoghese dell’Inter cerca di battere Meret con una conclusione forte ma che termina a lato.

Le statistiche del primo tempo dicono che il Napoli ha concesso agli avversari ben otto tiri verso la porta, solo la Juventus era riuscita a fare meglio con nove. Evidentemente Ancelotti si sarà fatto sentire negli spogliatoi, dato che nella ripresa la squadra rientra con più determinazione. Al 66′ Insigne serve Callejon con un passaggio filtrante che lo spagnolo calcia di prima intenzione costringendo Handanovic ad una superba parata sul secondo palo, con Milik in fuorigioco che comunque non riesce a dare forza al tap in. Tre minuti dopo è l’Inter ad essere pericolosa con uno scatenato Politano che aggancia una palla in area di rigore, serve Perisic che mette in mezzo per Icardi ma Koulibaly salva ancora una volta il Napoli sbrogliando una situazione complicatissima.

Koulibaly è sicuramente il protagonista principale della serata, nel bene e nel male. Dopo ottanta minuti di strapotere in difesa e persino a centrocampo, il senegalese ferma Politano in progressione con una leggera trattenuta sulla spalla, prendendo il cartellino giallo. Cartellino sacrosanto considerata la situazione di gioco, cioè del fallo volto a fermare un’azione pericolosa di contropiede. La reazione del numero 26 è di stizza ed applaude sarcasticamente Mazzoleni, che non può fare altro che espellerlo. L’espulsione è ineccepibile, ma la situazione andrebbe analizzata anche nel merito degli ululati razzisti che hanno accompagnato la prestazione di Kalidou per tutti gli ottanta minuti, ululati tra l’altro denunciati dal Napoli alla procura federale che si è limitata a far minacciare dagli speaker del San Siro la sospensione della partita, senza ottenere risultati.


Dopo un parapiglia generale si ritorna a giocare col Napoli in dieci senza il suo uomo migliore per distacco, ancora più in difficoltà a causa della serata no degli altri due uomini di spicco Allan ed Insigne. Spalletti fiuta il colpo grosso e decide di inserire Lautaro Martinez, terza sostituzione del tecnico toscano dopo Vecino e Keita Balde. Dall’ 84′ al 90′ succede di tutto: Icardi su calcio d’angolo di Politano colpisce verso la porta ma Meret è bravo a salvare la situazione, poi Keita all’ 88′ chiede un calcio di rigore per un fallo di Albiol che l’arbitro non considera tale ma che poteva starci. Minuti finali bellissimi che ci portano alla fine dei novanta regolamentari e costituiscono una sliding door colossale. 

Al 90′ il Napoli in dieci ha l’occasione di portarsi clamorosamente in vantaggio: Zielinski anticipa De Vrij e serve Mertens che dal fondo mette una palla tesissima al centro che Handanovic smanaccia verso il centro area per anticipare Insigne, sulla ribattuta lo stesso Insigne calcia ma Handanovic la riprende lasciandola però nella disponibilità di Zielinski che ad un metro dalla linea di porta tira una sassata salvata in extremis da Asamoah, intervento monumentale che regala ai nerazzurri almeno un punto e la chance di lottare per la vittoria fino alla fine. Chance che l’Inter dei goal allo scadere sfrutta in pieno.

Sulla rimessa di Handanovic per Brozovic il croato è magistrale nel trovare l’apertura per Keita che punta Maksimovic e trova un cross che arriva nel cuore dell’area di rigore su cui Vecino fa velo e Lautaro Martinez deve solamente insaccare. 1-0 e superiorità numerica per i nerazzurri, la situazione è drammatica per il Napoli e lo è ancora di più con l’espulsione al 94′ di Insigne che perde la testa e rincorre Keita, col Napoli ormai in nove uomini e col possesso Inter la partita finisce col successo dei nerazzurri che si portano a -5 dal Napoli, che non approfitta del pareggio della Juventus con l’Atalanta e scivola a -9.


Sebbene la partita sia finita le polemiche sono più accese che mai, Ancelotti in conferenza stampa ha annunciato che la prossima volta ci sarà una situazione del genere il Napoli abbandonerà il campo, mentre all’esterno dello stadio si parla di raid di ultras nerazzurri ai danni di quelli azzurri che hanno portato a diversi accoltellamenti ed alla morte di un capo ultras interista. Fatti che esulano dallo sport, ma ne fanno parte integrante ed a cui non si riesce a trovare una soluzione, se non far giocare l’Inter a porte chiuse per due turni e chiudere la curva fino a marzo, in questo caso.

Una soluzione che non colpisce i diretti responsabili ma fa di tutta l’erba un fascio, punendo 65.000 tifosi che hanno raggiunto lo stadio nella speranza e convinzione di vedere una partita di calcio e divertirsi. Ci vogliono le sanzioni e questi atti vanno duramente puniti, come la stessa F.C. Inter ha tra l’altro ribadito, ma non continuando a colpire nel mucchio o punendo tutti, ma attuando uno stretto regime di videosorveglianza come accade in Inghilterra che in vent’anni è riuscita a debellare il fenomeno hooligans ed a rendere gli stadi posti sicuri.

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