Abbiamo scavato per voi sotto una patina di sesso, citazioni pop e scurrilità: ne è venuto fuori Junky Cable, il cyberpunk dal punto di vista di Claudio Avella.
Di Claudio Avella vi avevamo già parlato qualche mese fa in occasione dell’annuncio della pubblicazione di Junky Cable da parte di Shockdom dopo i due volumi autopubblicati di Demon’s daughter e la collaborazione con Aspen Comics.
Abbiamo sottoposto il talentuoso artista campano alla prova del nove dopo aver messo mano su Junky Cable, la sua ultima fatica di cui ha realizzato sia sceneggiatura che disegni.
La storia racconta le vicende di due fuorilegge, Allister e Cheap, amanti mossi non da avidità e desiderio di violenza ma da un’etica rivoluzionaria che li porta a scontrarsi contro le Megacorporazioni che imperversano la galassia, seguendo un canovaccio tipico del genere cyberpunk. Il risultato dell’elaborato, si evince in maniera evidente, non è per tutti ma sa muoversi liberamente tra una moltitudine di gusti.
Stavolta la coppia non viaggerà per portare scompiglio in questo o quel settore della galassia ma partirà alla ricerca di Siri, loro figlia scomparsa da anni che dovranno rintracciare risalendo una fitta rete di intrighi ed ostacoli affrontando monaci guerrieri, uomini cyborg e abusando di stupefacenti di ogni genere.
Questa è la cornice che racchiude le vite dei due protagonisti, così diametralmente opposti ed al contempo tanto legati l’un l’altro. Allister è il classico ragazzone all’apparenza burbero e senza cervello ma che si rivela essere un medico che corre in aiuto degli emarginati, mentre Cheap è una fanciulla esile ma per nulla debole, abituata a cavarsela nelle situazioni più impossibili senza paura di sporcarsi le mani.
I due si muovono in un mondo abitato dalle specie aliene più disparate, pretesto che permette ad Avella di omaggiare largamente il mondo degli anime, manga, serie TV e film degli ultimi trent’anni. Vi capiterà spesso di scorgere in sottofondo il ritratto di Bojack Horseman, gigantesche Pokèball in versione cyborg letali o addirittura Batman, tanto da voler dare una seconda occhiata a quasi ogni tavola per non perdere il minimo omaggio.
I dialoghi tra i personaggi sono molto veloci, raramente ci troviamo davanti a monologhi o spiegoni che appesantiscono la narrazione. Il lessico è infarcito di torpiloquio, il che non sarebbe un problema se non fosse che l’inizio dell’avventura ne è pieno all’orlo, cosa che sminuisce i protagonisti che a tratti sembrano dei liceali alla scoperta della pubertà.
Ma se da un lato, tale sensazione, si fa appunto persistente nelle prime marce, andando avanti, questo “stile” narrato, abituatosi l’occhio, conosciuti i personaggi, si adatta perfettamente al racconto, inquadrandolo maggiormente in quell’universo pop a cui siamo abituati oggi.
La narrazione si muove a zig zag alternando al presente numerosi flashback che spiegano il passato della coppia e del perchè hanno intrapreso il loro viaggio, una struttura che funziona poichè arricchisce gradualmente la storia di dettagli che ci aiutano a far luce sul perchè Allister e Cheap fanno quel che fanno e che rivelano chi sono in realtà i loro avversari e da quali passioni sono mossi.
Nell’insieme Junky Cable racconta una storia interessante e ben sviluppata, ma nonostante ciò non vi farà mai cadere la mascella per i colpi di scena. Un’avventura che però rende i personaggi sempre più dinamici arricchendoli di sfumature che rendono la storia avvincente il giusto, per quanto sul finale diventi piuttosto sbrigativa.
Dal lato tecnico è palese come l’esperienza nel campo del fumetto erotico abbia lasciato traccia in Avella, le linee sinuose con cui disegna i tratti femminili poggiano maliziosamente l’accento sulle curve delle protagoniste, una sessualità (mai volgare) che viene oltremodo messo in risalto dai dialoghi, mentre l’atmosfera cyberpunk trova giustizia nei disegni dei personaggi, sia umani che alieni, sia delle architetture, fedeli ai canoni del genere con forti riferimenti ad un Giappone a metà strada tra il feudale ed il futuristico, mentre i colori danno l’impressione di essere spesso troppo tenui e di non valorizzare al meglio la varietà dei paesaggi.
Al netto di qualche invettiva più o meno velata verso la società occidentale, da cui si evince una critica ben delineata, rivolta al capitalismo ed al cristianesimo, nonché alla piaga dell’era di internet: I tuttologi con lauree ricevute dall’università della strada (l’immagine qui sopra ne è un fulgido esempio), Junky Cable risulta masticabile da qualsiasi pubblico, anche se strizza l’occhio ad un audience per lo più adolescenziale.
I disegni che ben rendono l’atmosfera cyberpunk, personaggi principali credibili e spinti da emozioni forti, tratti sinuosi che sicuramente ruberanno l’occhio dei più maliziosi sono i punti di forza di un ottimo fumetto che deve fare i conti però con un intreccio non sempre forte e colori che non permettono di compiere il salto di qualità alle tavole, penalizzando l’opera nel complesso.
Considerando il costo contenuto (12€ sul sito della Shockdom, in sconto a 10€ su Amazon) non dovreste avere problemi a dare una possibilità a Junky Cable ed alle sue 128 pagine dense di humour e azione.