Al Design Campus di Firenze si discutono tesi legate alla tradizione Campana. Sono i progetti Costiera e Il Diario di Ernest Gravehunter

«Da dove venite?»
«Da Napoli.»
«Ah, emigrante.»
«No, no, anzi, a Napoli avevo anche un lavoro, sono partito così per viaggià, per conoscere. »

È uno dei tormentoni con cui Massimo Troisi ci ha divertito in “Ricomincio da tre” col suo modo di mostrarci, dietro una malinconica risata, una realtà che ancora oggi ci fa “emigrare” dal Sud al Nord Italia. Sono molti quelli che partono per studiare e avere delle possibilità che purtroppo avrebbero trovato con difficoltà nelle nostre zone.
Allontanarsi dalla propria terra non significa dimenticarla, un esempio significativo è quello di Ernesto Gravante (nato e cresciuto a Francolise) appena laureatosi all’Università di Firenze con la tesi “Costiera” in cui rielabora la tradizione delle ceramiche della Costiera Amalfitana, dandogli nuova vita: per la prima volta la maiolica, sia come materiale, che come motivo decorativo viene inserita da Ernesto all’interno di un paio di occhiali da sole.

Costiera diventa una collezione di occhiali esclusiva, che porta con sé un importante bagaglio culturale, facendosi portavoce del Made in Italy e delle eccellenze dell’artigianato nostrano. Inoltre, l’artigianalità è un elemento cruciale in questo progetto, ai ceramisti viene data la possibilità di decorare a proprio piacimento i tasselli di terracotta, reinterpretando gli ornamenti tipici delle cosiddette riggiole trasformando ogni occhiale in un oggetto unico.

Gli artigiani sono emotivamente coinvolti nel processo realizzativo, essendone parte integrante e non semplici esecutori.

Lo sviluppo del progetto è stato eseguito insieme all’azienda Marioni, che produce oggetti di lusso in ceramica, e con il contributo di alcuni tecnici dell’occhialeria, al fine di realizzare prodotti leggeri, resistenti e confortevoli.

In pratica la tradizione che si fa Design.

L’entusiasmo e la passione di Ernesto per la nostra terra ha “contagiato” la veneta Elettra Deganello, sua collega universitaria. Elettra, affascinata dalle leggende e tradizioni campane ha deciso di divulgarne alcune come la sirena Partenope, il Drago di Modragone, le Janare  (qui raccontiamo la loro storia) e tante altre. Trasformandole nella sua tesi di laurea.

Nasce  un prodotto apparentemente divertente e leggero, lasciando spazio a riflessioni più impegnate.

Il Diario di Ernest Gravehunter (già nel titolo si nota l’influenza del suddetto Ernesto) è un libro illustrato che prende in prestito preziosi racconti e creature appartenenti alla tradizione culturale campana e li restituisce in chiave commercialmente appetibile.

Elettra mistifica l’aspetto scientifico, camuffando degli articoli di giornale, dandogli dei titoli realistici:

All’interno del testo, si possono identificare tre distinti livelli di lettura:

Da una parte vengono infatti proposte le leggende, sia come racconti, sia tramite gli appunti e i disegni del protagonista; il secondo livello di lettura, invece, si sostanzia a partire dall’analisi storica, sociale, psicoanalitica ed evolutiva, su cui si va ad innestare il folklore; il terzo livello si basa sulle avventure e il viaggio del fantomatico esploratore inglese, Ernest.

L’illustrazione riveste un ruolo chiave nella complessità del progetto.

Il Diario è composto da più di cinquanta illustrazioni, tutte frutto di uno studio accurato sul folklore con uno stile innovativo e a tratti insolito. Per il drago di Mondragone, Elettra ha sviluppato il disegno durante un workshop con Larry Elmore e Monte Moore. Da quando negli anni ‘70 Larry Elmore ha realizzato le prime illustrazioni per il gioco di ruolo D&D, è considerato dai più (e a buon diritto) una sorta di padre putativo dell’illustrazione fantasy moderna.

Particolarmente interessante è stato lo sviluppo del libro come prodotto fisico oltre che a livello contenutistico.

La copertina è in rigenerato di fibre di cuoio, prodotto dalla lavorazione di scarti conciari e le pagine presentano una grammatura 180, color terra rossa. Mentre per la rilegatura Elettra ha scelto di utilizzare la cosiddetta legatura copta, una tecnica antica che permette la maggiore fruibilità di tutta la pagina. Queste scelte stilistiche hanno tutte il fine di mostrare la tesi come il vero un proprio diario di inizio novecento.

Qui potete trovare altri lavori di Elettra.

In quanto campani una delle nostre caratteristiche è quella di riuscire a trasmettere le nostre tradizioni, non solo culinarie, anche se la pizza è il cibo più imitato al mondo.Il nostro entusiasmo e la nostra voglia di raccontare hanno trasformato racconti popolari in storie che sono diventate parte dell’immaginazione comune.

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