Le scale di Napoli: un reportage all’interno dei palazzi più emblematici della città: Palazzo dello Spagnuolo, Palazzo Sanfelice, Palazzo Mannajuolo.

Sono tanti i secoli di storia che attraversano Napoli, vari domini si sono succeduti nel tempo e la città è stata dimora di nobili e facoltosi mecenati che hanno edificato e lasciato in città capolavori e esempi unici di architettura monumentale.

L’elemento centrale nella composizione architettonica dell’edificio è la scala, che attraverso la sua monumentalità dona all’edificio la parvenza di una vera e propria opera d’arte. Percorrendola ci si abbandona a un moto lento che invoglia alla riflessione, all’attenzione al dettaglio, regalando momenti di una sorprendente bellezza.

Esempi emblematici nel panorama architettonico napoletano sono: Palazzo dello Spagnuolo, Palazzo Sanfelice e Palazzo Mannajuolo.

Palazzo dello Spagnuolo e Palazzo Sanfelice, siti nel rione Sanità, furono costruiti nel ‘700 su progetto di Ferdinando Sanfelice, unificando due lotti esistenti con una  monumentale scala a doppia rampa, definita ad “ali di falco“. La scala è di notevoli dimensioni e fu pensata come un luogo di incontro, in cui poteva svolgersi anche una vera e propria vita sociale. L’effetto scenografico è notevole, tant’è che oltre ad essere annoverati come prestigiosi esempi di architettura in stile barocco napoletano, entrambi hanno fatto da sfondo a numerose sceneggiature.

Palazzo Sanfelice, fu infatti utilizzato per l’ambientazione del film Questi Fantasmi, trasposizione cinematografica della commedia Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo. È stato inoltre teatro di altri film come Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, Gegè Bellavita e Pasquale Festa Campanile e nel terzo atto de La gatta Cenerentola (De Simone) di Roberto De Simone, la scenografia è ispirata a questo palazzo, fino alla terza stagione di Gomorra, dove il palazzo fa’ da sfondo in diverse scene della serie. Anche Palazzo dello Spagnuolo, ha fatto da scena ideale a diverse pellicole: Il Giudizio universale (De Sica, 1961), Piedone lo Sbirro (Steno, 1973), La Pelle (Cavani, 1981), Mi manda Picone (Loy, 1983), Passione (Turtrurro, 2010).

Palazzo Mannajuolo è ubicato in via Filangieri, costituisce uno dei migliori esempi di architettura liberty a Napoli. Realizzato tra il 1909 e il 1911 da Giulio Arata, con la collaborazione dell’ingegnere Mannaiulo, proprietario dei suoli, oltre alle scenografiche architetture esterne presenta un‘altra particolarità, la scala principale. Questa, infatti,presenta un perfetto andamento  ellissoidale che rapisce lo sguardo del visitatore, coinvolgendolo in un’incantevole gioco vertiginoso. Le rampe, come un microcosmo compresso tra le mura del palazzo, si arrampicano verso un chiarore abbagliante e allo stesso modo sprofondano nel buio di una voragine, provocando stati d’animo contrastanti.

Il corpo scala, in marmo bianco, è avvolto lateralmente da una balaustra decorativa in ferro battuto che richiama lo stile barocco. Anche Palazzo Mannajuolo è entrato di diritto nel mondo del cinema attraverso alcune scene del film Napoli velata  (2017) del regista Ferzan Özpetek, dove, la scala si avvolge ipnotica e solenne, e appare come un grande occhio disincarnato che scruta il destino dei protagonisti della storia.

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