Università della Campania “Luigi Vanvitelli”: storia di un ateneo di recente formazione

Alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, l’enorme numero di studenti iscritti alla università “Federico II” rese necessario un provvedimento legislativo di decongestionamento: il 7 agosto 1990, nacque la Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN). Subito si provvide al trasferimento del personale tecnico-amministrativo nelle sedi del nuovo ateneo e alla costruzione del nuovo policlinico universitario, i cui lavori però risultano ancora fermi.

Già a partire dall’inizio del 2000, si diede inizio alle procedure per cambiare il nome all’università, ancora subordinata, per tradizione all’ateneo del capoluogo campano; diverse furono le proposte avanzate a riguardo: il consiglio regionale della Campania propose la denominazione “Università di Caserta – Terra di Lavoro”; alla fine, il rettore Giuseppe Paolisso si espresse a favore del nome “Università della Campania – Luigi Vanvitelli”, data la presenza di diverse sedi sparse su tutto il territorio: Napoli, Caserta, Aversa, Santa Maria Capua Vetere, Capua Avellino e Grottaminarda. La sede centrale, situata a Caserta, offre alcune strutture amministrative e alcuni dipartimenti, come quello di architettura e di medicina e chirurgia, i cui corsi si tengono anche nella sede partenopea.

Dall’anno accademico 2012-2013, a Napoli è attivo anche un corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in lingua inglese: le lezioni e i tirocini si svolgono presso il secondo policlinico (Piazzetta Luigi Miraglia) e presso l’ospedale Monaldi, mentre, nei chiostri monumentali di Santa Patrizia, fondati nel ‘200, sorge il museo di anatomia umana; quest’ultimo presenta un’interessante sezione di anatomia patologica, con feti nati prematuramente e teste ciclopiche, conservati nella formalina o nell’alcool.

Nella storica cornice del monastero di San Francesco da Paola, a Santa Maria Capua Vetere, sorge invece il Dipartimento di Lettere e Beni culturali; l’edificio, costruito sui resti di un criptoportico romano, risale alla prima metà del XVIII secolo, quando venne occupato dai frati minori, divenendo così un monastero; nel 1738, vi furono ospitati i soldati borbonici e, dal 1807, fu trasformato in un carcere.

Tantissime sono le attività formative, con cui l’ateneo casertano cerca di coinvolgere e di stimolare l’interesse dei propri allievi verso le materie studiate: convegni di poesia e stage formativi sul territorio rendono i percorsi formativi dinamici e rappresentano un interessante trampolino di lancio verso il mondo del lavoro.

Un pensiero riguardo “Luigi Vanvitelli: storia di un ateneo resosi indipendente

Commenta