In occasione del secondo anniversario dalla morte di Pino Daniele, il cantautore simbolo di Napoli e della Campania tutta, la redazione di Terre di Campania lo ricorda attraverso la propria memoria

4 Gennaio, sono oramai tre anni che Pino ci ha lasciato, sono passati tre anni da quei giorni in cui Napoli, tutta l’Italia si sono stretti fisicamente a Piazza del Plebiscito per porgergli gli ultimi saluti. Sono trascorsi tre anni da quel giorno in cui la sua voce, la sua musica, ha raggiunto vette ancora più alte: l’immortalità, rimanendo incisa nei cuori di ogni amante della sua canzone.

Pino Daniele è stato di certo un simbolo importante per la Campania, e soprattutto per Napoli, la sua città che lo ha visto nascere, crescere, diventare grande, leggenda. Le sue canzoni, in qualche modo hanno colpito ogni orecchio sensibile, indipendentemente dal ceto sociale, dalla provenienza culturale. Pino è stato, ed è ancora, un fulcro intorno la quale ruota e ha ruotato l’anima di Napoli.

Noi della redazione di Terre di Campania abbiamo deciso di commemorare l’anniversario della sua scomparsa, ricordandolo in modo personale, attraverso le sensazioni, i sentimenti e i ricordi di ognuno di noi.

Antonio Rega

Amo la Napoletanità e proprio per questo mi irrita la retorica ‘o mare ‘o sole ‘o core. È in fondo questo il motivo per cui ho scelto di scrivere per Terre di Campania. Pino è stato uno dei pochi musicisti “famosi” ad andare oltre questa retorica, raggiungendo vette altissime. Mi fa sentire a casa.
Massimiliano Verde
Pino Daniele, con la sua arte, non ha avuto bisogno di spiegare né dimostrare cosa significa essere Napoletani, con la n maiuscola, appunto. Il mio omaggio a Pino è stato aver fatto cantare “Napul’è” in una scuola elementare francese, perché anche i piccoli francesi comprendessero quella voce dell’anima del mondo che da Napoli sale verso il mondo: “chianu chiano e tu nun si’ssulo”.
Antonella Molaro
“Napule è mille culure” quanto è vero e quanti ancora ce ne sono da scoprire, ma c’è ormai un colore tutto suo, di Pino, che abbaglia la vista, riscalda il cuore, profuma di buono, richiama ad una dolce melodia… forse una sfumatura di giallo come il sole che illumina questa “Terra Mia”, o forse di blu come il mare che “sta sempe llà”, o forse di rosso come la pazzia di chi vuole vivere “almeno un giorno da leone”. Sono tutti suoi i colori di Napoli, sono tutti per lui gli occhi rivolti verso l’alto e i cuori aperti ad un caldo abbraccio con un’anima lontana, sono tutti suoi i ricordi e le note di un popolo che mai lo dimenticherà. Ciao Pino, grazie.
Enza Graziano
Una quattordicenne dalle corde vocali sfinite salta in una gioiosa, sfavillante e gremita piazza del Plebiscito. La folla guarda estasiata il palco del Festivalbar, muovendo le labbra all’unisono: intona “Che male c’è” insieme a Pino. L’adolescente indossa una salopette di due taglie più grande del dovuto ed una canotta che lascia l’ombelico scoperto; ha la pelle d’oca e gli occhi lucidi mentre canta a squarciagola, abbracciando un amore contrastato.
Elvira Petrarca
Lo ascoltai per la prima volta in quarta elementare, durante il saggio di fine anno della scuola. Non avevo mai visto Napoli, ma “Napule è” mi portò tra i vicoli di quella città pur restando dietro le quinte del palco. Un’emozione unica. E quando adesso ci ritorno, penso a questa canzone e sorrido.
Aurora Scarnera

Pino Daniele, l’uomo in blues… era il gennaio 2016, e il PAN aveva allestito una mostra dedicata a Pino. Mi ci portò una persona importantissima, e ancora la ringrazio. E ancora ringrazio Pino, per esserci sempre, per essere sempre allegro, triste, malinconico come nessuno mai.

Beatrice Morra
Lo scorso 4 gennaio mi trovavo al Centro Storico di Napoli per alcune commissioni. Come saprete lì c’è sempre musica e movimento, ma quel giorno c’era una quiete commossa per strada: da ogni negozio in ogni angolo, indipendentemente, arrivava alle orecchie dei passanti la musica di Pino in onore di Pino. Ogni due passi cambiava canzone – Terra Mia, Quando, Basta na jurnata e sole – ma con due note e due parole si riempiva il cuore.
Davide Pascarella

Ci sono versi, nella storia della musica, che sembrano scritti apposta per diventare immortali, per rimanere nei cuori di chi ascolta. Come“If the sun refused to shine / I would still be loving you” dei Led Zeppelin, per esempio. Ma uno che riesce a inciderti nel cuore “Oggi è sabato, domani non si va a scuola / Oggi è sabato, se non chiami ho un nodo in gola” non può che aver avuto una sensibilità straordinaria, fuori dal comune. Grazie Pino: quando mi chiedono di te, ti ricordo sempre così.

Sergio Mario Ottaiano

Era il 2002, avevo nove anni, era la prima volta che partecipavo, durante l’estate, ad un campo scuola chiamato “Estate ragazzi” organizzato dalla parrocchia di Lausdomini, frazione di Marigliano. Cantammo Napul’è, ci stringemmo le mani anche se non ci conoscevamo. Era la sua magia. La magia di Pino.

3 pensieri riguardo “In memoria di Pino Daniele

Commenta