Nanoracconti, la realtà letteraria nata da un’idea di Pietro Damiano, apre la sua rubrica tematica su Terre di Campania. Ottavo input: amori persi

È questione di battute. 250. Gli spazi? Inclusi. Il titolo? Escluso. E poi? E poi sembra impossibile: si sfora, si cancella, si asciuga ed eccolo: il nanoracconto. Però ricorda, non sono stati d’animo, sensazioni, battute o barzellette, sono vere e proprie storie che intrappolano gli autori in una assurda sfida con se stessi e lasciano i lettori dapprima perplessi, poi incuriositi e infine affascinati, fino a diventare loro stessi autori. Ecco la magia dei nanoracconti.

Questo l’incipit dei Nanoracconti, un’idea di Pietro Damiano, che ha trovato in Terre di Campania, la giusta vetrina per promuoversi e dar vita ad una serie di micro storie dedicate alla Campania.

Il tema di questo ottavo articolo, appartenente alla rubrica dedicata ai Nanoracconti è: Amori persi

Discorso altrui di Islam Iusupov

Una donna sta davanti a me. Il suo seno incontra ogni mio sguardo. Il neo sulla guancia le dà charme. Fuori c’è la sera rumorosa. «Amore mio, andiamo a casa, i figli sono da soli». Sento un familiare e fastidioso bisbiglio alle mie spalle.

Attesa di Piero Pizzo

Vent’anni che non ti vedo; ora poggi la prua della barca al molo, sei meno bello, ti muovi come se lo fossi. Io madre moglie e tremo, e serro la cima sulla bitta, escappo, e tu mi blocchi. I tuoi ritorni sono null’altro che partenze mai avvenute.

Oltre la cena di Pietro Damiano

La fiamma della candela trema tra i calici. Mi verso del vino e mi accomodo in poltrona. Alzo la gonna, scopro le gambe e sorseggio. «Amore, siamo soli». La sua testa china è illuminata dal telefonino. Ricopro le gambe e le voglie. Finisco il vino.

Farsi del male di Francesco Paolo Catanzaro

Era finito il loro matrimonio, ma lei continuava ad amarlo e sarebbe stata disposta a perdonare qualsiasi cosa. Un giorno la ritrovarono in casa che aveva bevuto un cocktail di farmaci. Esanime. Lei, che non aveva mai più smesso di credere all’amore.

Storia di un amore mai nato di Piera Salerno

Mi guarda. Lo guardo. I suoi occhi m’inchiodano, mi penetrano, mi desiderano, mi spogliano. Ricambio senza pudore, sognante, rapita, persa. Mi dice: «Se avrei la moto fuggirei con te». Ci guardiamo. Mi blocco, mi spengo, mi affloscio, mi accascio.

 

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