La vittoria dei Partenopei sul Crotone per 2-1 davanti ai 50mila del San Paolo è stata l’emblema dell’intera stagione. Il gioco di Sarri, la “Grande Bellezza” che ha incantato, appassionato, fatto sognare e illuso un intero popolo.
Napoli-Crotone è stato l’ultimo atto di un campionato straordinario, una lotta avvincente per il titolo che mancava da anni in Italia. La partita inizia con gli azzurri sul piede dell’acceleratore e il dominio totale delle fasce laterali. Proprio da sinistra al 23′ Insigne dalla trequarti trova con un pennellata ad occhi chiusi Milik che di testa beffa Cordaz, 1-0. Il possesso palla schiacciante , la supremazia del gioco portano i partenopei a sfiorare diverse volte il raddoppio con Koulibaly, Zielinski, Allan che si concretizza sul finire del primo tempo con la solita apertura di Insigne e il perfetto inserimento di Callejon che di destro insacca, è il gol del 2-0. Il secondo tempo è sempre un monologo del Napoli che sembra però non voler affondare, ma gestire il match. Il Crotone oramai ha più di un piede in serie B anche perchè le notizie che arrivano da Ferrara non sono confortanti. Infatti la Spal, diretta concorrente nella lotta per la permanenza in A, ha raddoppiato sulla Sampdoria. I partenopei nella seconda metà del tempo sporcano i guanti di Cordaz in due occasioni con due bei tiri di Hamsik e Mertens subentrati dalla panchina a Insigne e Milik. C’è gloria nel finale per il giovane Tumminiello, che è rapido a sfruttare l’assist di Martella e sorprendere con un diagonale da fuori area Reina per il 2-1 finale.

Il triplice fischio dell’arbitro Banti al 49′ di Napoli-Crotone sancisce la fine della stagione record per gli Azzurri, mai nella storia del club si erano raggiunti 91 punti (13 punti in più rispetto a record dei predecessori Mazzarri e Benitez) e mai nella storia della serie A una seconda classificata aveva ottenuto tutti questi punti. Record di vittorie fuori casa (14 , ndr) in particolare quelle di prestigio allo Juventus stadium e all’Olimpico (contro Roma e Lazio).
La passarella finale, il giro d’onore attorno allo stadio non è stato un semplice saluto di fine campionato, ma un vero passaggio di testimone, la fine di un ciclo. Se due pedine fondamentali Reina e Maggio sono certi di lasciare la maglia azzurra, quasi lo stesso si può dire di Hamsik (direzione Cina), Jorginho che cederà alle lusinghe di una big della premier league (United e City in pole) ed anche Sarri che appare convinto a cambiare aria nonostante il suo amore incondizionato per la piazza napoletana. Il tecnico toscano non sarebbe convinto del progetto tecnico ed è consapevole che per cercare di replicare e migliorare la stagione appena conclusa è necessaria una campagna acquisti faraonica. Inoltre le offerte sia prestigiose, sia economiche che potrebbero arrivare dai grandi team esteri sarebbero difficili da rifiutare per un tecnico che è nel pieno della sua carriera. Le strade del Napoli e di Sarri al 99% si separeranno, ma quello che non finirà è l’amore nato tra l’allenatore in tuta e un popolo che in principio, 3 anni fa, ha accolto con molto scetticismo e poi progressivamente non ha potuto fare a meno del sarrismo , un movimento calcistico,culturale, di vita che adesso ha adepti in tutta Europa.