Lo spettacolo di Ornella Vanoni svoltosi sabato 12 maggio al Teatro Augusteo di Napoli. Il racconto di uno spettacolo mozzafiato.

Sabato 12 maggio al Teatro Augusteo un concerto a dir poco emozionante: Ornella Vanoni con lo spettacolo “La mia storia“, prodotto da Bubba Music in collaborazione con F&P Group che sta ricevendo applausi e standing ovation in tutta Europa e che ha conquistato totalmente il pubblico napoletano.

Dopo 60 anni di carriera Ornella Vanoni ha dimostrato ancora una volta di essere la Signora della musica italiana, l’artista femminile con alle spalle la carriera più longeva e l’interprete per autonomasia, musa di grandi autori non solo italiani che per lei hanno scritto le più belle poesie della musica. Come lo è stato proprio con la canzone che ha portato all’ultimo Festival di Sanremo, scritta da Bungaro e Pacifico, grazie alla quale è riuscita ad aggiudicarsi il “Premio Sergio Endrigo” per la miglior interpretazione e il “Baglioni d’Oro” come miglior canzone secondo i cantanti in gara.

Il tour è stato anticipato dall’uscita di “Un pugno di stelle” pubblicato dalla Sony Music, una raccolta di 3 CD delle canzoni che hanno accompagnato la carriera di Ornella Vanoni, dai duetti con gli artisti che hanno fatto la storia della musica italiana, ai maggiori successi dell’artista dagli anni ’90 al 2013, fino ad una selezione dei brani storici e più significativi della cantante milanese.

L’arrivo sul palco del Teatro Augusteo dell’artista è salutato con un grandissimo applauso. Elegantissima in un completo pantalone di colore nero e camicia bianca che contrasta il rosso fiammante dei capelli ricci, si mostra, nonostante gli 84 anni di età, una donna raffinata, sicura di sé, ma anche trasgressiva e soprattutto un’assoluta padrona della scena, curando ogni piccolo particolare del concerto e guidandolo con momenti di ironia e di autoironia strepitosi.

L’artista intreccia le trame della propria vita personale con il crescendo professionale, a partire dagli esordi al Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler:

Un grande amore. Piú che a scuola ho imparato da Giorgio. Il mio modo di parlare, di muovermi, di usare il mio corpo, il modo di recitare, il Piccolo era la mia prima casa, ero sempre lì per “assorbire” come una spugna da tutti coloro che ne facevano parte, attori, registi, poi le cose cambiano, gli amori finiscono e si volta pagina

Raccontando piccoli episodi del loro amore e della carriera di quegli anni per poi interpretare due canzoni della mala (“Ma mi” e “Le mantellate”), idea vincente dello stesso regista che la fece entrare nel mondo della musica italiana. Bellissima l’interpretazione di “Die Moritat von Mackie Messer” famosa canzone composta da Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht.

La scaletta del concerto riflette il profondo legame della Vanoni con i più grandi musicisti e parolieri che hanno segnato il panorama della canzone d’autore prima con l’omaggio all’altro grande amore della sua vita, Gino Paoli con “Senza fine”e “Che cosa c’è”.

Poi il racconto della sua partecipazione al Festival della canzone napoletana con “Tu si na cosa grande” con il litigio con Sergio Bruni dietro le quinte del Festival e una spassosissima “imitazione” del grande cantante e autore della canzone napoletana di tutti i tempi, scioccato dalla risposta della allora giovanissima cantante che, non conoscendo il dialetto napoletano, non aveva saputo rispondere sul significato di “cosa grande” e lo apostrofò con un’espressione irripetibile.

Emozionante, accompagnata da solo pianoforte con il bravissimo pianista Roberto Cipelli, l’omaggio alla dolcezza e alla sensibilità di un altro grande autore Luigi Tenco con “Vedrai, Vedrai” ricordando che tale canzone non l’aveva dedicata alla donna del quale era innamorato ma alla sua mamma.

Con “Io so che ti amerò” e “La Voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria” Ornella Vanoni ha parlato della sua esperienza con la musica brasiliana e della sua collaborazione con i più grandi artisti della bossanova come  Vinicius de Moraes e Toquinho che portò alla stesura dell’omonimo disco che fu un grandissimo successo in tutto il mondo. Il brano suonato accompagnato con la sola chitarra dello strepitoso Bebo Ferra è applauditissimo dal pubblico presente.

Il concerto continua con i suoi indimenticabili grandi successi come “L’appuntamento”, “Rossetto e cioccolato”, “Domani è un altro giorno”, oltre ad emozionanti omaggi ai grandi cantautori italiani da lei amatissimi come Lucio Dalla con “Caruso”, Giorgio Gaber con “Non insegnate ai bambini”, ed Enzo Jannacci “Vengo anch’io, no tu no” per la quale si presta ironicamente lo stesso pianista come voce fuori campo.

Molti brani sono rivisitati in chiave jazz, il quintetto sul palco accompagna l’artista con arrangiamenti che non solo valorizzano il talento dell’interprete ma soprattutto dimostrano tutta la bravura artistica di Roberto Cipelli (piano), Bebo Ferra (chitarra), Loris Leo Lari (contrabbasso), Piero Salvatori (violoncello). A metà serata, vengono invitati a salire sul palco Bungaro e Pacifico per cantare insieme alla Vanoni il brano di Sanremo “Imparare ad Amarsi”.

La passione trasversale per i generi si manifesta anche in un inaspettato tributo ad Amy Winehouse con “Love is losing game” di Amy Winehouse. Il pubblico è entusiasta, gli applausi sono infiniti e alla fine del concerto le tributano una sincera quanto giusta standing ovation per ringraziarla delle emozioni della serata.

Nel bis richiesto più volte con una splendida versione di “Io che ho amo solo te”, compare sul palco anche l’amata barboncina Ondina, alla quale l’Artista dispensa abbracci e tenerezze e con la quale saluta un pubblico assolutamente entusiasta di un concerto che ancora una volta conferma la classe di un’Artista di altissimo livello

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