Attori non professionisti per una straordinaria esperienza che intreccia il capolavoro della letteratura con materiale drammaturgico inedito ricavato dai racconti personali: il 23 e 24 settembre la performance che chiude il percorso laboratoriale

Donne e uomini, artisti, commercianti, studenti, docenti, librai, pensionati, bambini ed anziani diventano attori temporanei per una straordinaria esperienza di teatro-comunità che mette in scena una scrittura vivente collettiva. Venerdì 23 e sabato 24 settembre (ore 19.30, ex chiesa di san Giacomo, prenotazione gratuita al sito www.procida2022.com) termina, con la performance finale, il percorso di “Happening of Human books“, un progetto di Procida Capitale Italiana della Cultura a cura di Officinae Efesti che ha messo insieme, in un lungo percorso laboratoriale avviato a maggio, la comunità dell’isola per restituire il viaggio onirico del racconto “L’immortale” di  Jorge Luis Borges, capolavoro sul tema dell’isolamento e della ricerca dell’immortalità, intrecciato con ulteriore materiale drammaturgico inedito ad opera dei partecipanti coinvolti. 
L’happening finale è dunque un ‘coro’ di “human books” (libri viventi) una “ricostruzione” della “voce più autentica” dei partecipanti attraverso dialoghi, storie di vita e memoria intima interpolata alle pagine vibranti di Borges.


Con il coinvolgimento di 160 cittadini, il progetto ha abbracciato quattro sessioni mensili di seminari teatrali intensivi focalizzati sul corpo come risuonatore naturale: azioni di training fisico e drammaturgia corporea, laboratori pratici di canti vibratori e musiche rituali, azioni di teatro-danza.
“Tutti i partecipanti si sono immersi totalmente nel percorso, ritagliando del tempo tra i loro impegni di genitori, insegnanti, commercianti, operai. – spiega Stefania Piccolo, ideatrice e direttrice artistica del progetto, con l’assistenza di Lidia Cangiano – Officinae Efesti porta avanti processi creativi comunitari da 20 anni come naturale prosieguo di progetti di innovazione socio-culturali che raggiungono margini urbani e limiti sociali. I performer temporanei hanno lavorato con tecniche di teatro fisico. Per noi la vita umana ed il teatro coincidono perfettamente ed ognuno può disegnarne i dettagli meglio di quello che crede. Attraverso il nostro lavoro, proviamo a plasmare lo sguardo come farebbe uno scultore con un pezzo di marmo”.

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