Evoluzione e innovazioni, fin dagli albori, della più antica università laica del mondo: la Federico II di Napoli, orgoglio partenopeo

Giambattista Vico, Antonio Ranieri, Benedetto Croce e Antonio Cardarelli sono soltanto alcuni delle centinaia di nomi di studenti e professori celebri, che hanno popolato le aule dell’università partenopea. Fondata per volere di Federico II, il 5 giugno 1224, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” è considerata la più antica università istituita attraverso un provvedimento statale, nonché la più antica università laica del mondo. In un primo momento lo studium rappresentò un punto di riferimento, per avvocati e giuristi, ma, ben presto, grande peso assunsero anche le cattedre di teologia, arti liberali e medicina.

Dopo essere stato spostato più volte in sedi diverse, nel ‘700, l’ateneo fu completamente rivoluzionato: venne suddiviso in cinque facoltà (Matematica e fisica, Lettere e Filosofia, Teologia, Medicina, Giurisprudenza), venne fondata la prima cattedra di zoologia e vi furono annesse alcune strutture, come l’osservatorio astronomico, il museo di mineralogia e zoologia e l’orto botanico.

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Enormi traguardi furono raggiunti in campo genetico e, nel secondo dopoguerra, l’Ateneo divenne il polo universitario più grande d’Italia, per prestigio e per numero d’iscritti, dopo la Sapienza di Roma. Nel 2012, in seguito ad un provvedimento legislativo, le facoltà sono state abolite e sono stati istituiti 4 scuole e 26 dipartimenti, per favorire meglio l’amministrazione della didattica. Malgrado la sua storia secolare, la “Federico II” ha saputo, con onerosi sacrifici, mettersi al passo dei tempi e andare incontro alle esigenze delle nuove generazioni; a tal proposito, il servizio di e-learning “Federica”, disponibile anche in formato podcast, permette di accedere a materiali didattici di vario tipo, in qualsiasi momento e luogo.

Tantissime sono, inoltre, le biblioteche di dipartimento, che costituiscono un vero e proprio fiore all’occhiello per l’Ateneo: basti pensare, ad esempio, alla BRAU (Biblioteca di Ricerca Area Umanistica), che, con oltre 200.000 volumi, è la più grande biblioteca della città, dopo la Nazionale. Un polo didattico all’avanguardia, con strutture e servizi innovati, che fanno della Federico II un punto di riferimento per studenti, non solo del capoluogo campano, ma d’Italia e d’Europa.

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