Film a episodi, Vieni a vivere a Napoli è una commedia del 2016, diretta da tre registi napoletani (Guido Lombardi, Edoardo de Angelis, Francesco Prisco).

Risale al 2016 questo film di tre registi campani differenti (Guido Lombardi, Edoardo de Angelis, Francesco Prisco). Vieni a vivere a Napoli è una commedia a episodi (tre, ognuno di essi diretto da uno dei registi citati precedentemente).

Il primo episodio è “Nino e Yo – Yo”: Nino (Gianfelice Imparato) è il portiere nullafacente di un bel palazzo della Napoli bene. Nino vive con sua sorella Anna (Antonella Morea), la quale fa da tata ad un bambino cinese di nome Chang (Marco Li). Nino, malvolentieri, è costretto a badare al piccolo, il quale è chiamato Yo – Yo dal portiere. A poco a poco, le diffidenze di Nino si abbatteranno conoscendo l’adorabile bambino, abbattendo le barriere tra la Napoli tradizionalista e la comunità cinese a Napoli.

Il secondo episodio è “Luba”: una ex presentatrice ucraina, molto famosa nella sua patria, vive a Napoli da diversi anni. Il suo nome è Luba. Luba (Valentina Lapushova) è una bella donna ormai anziana, dai cotonati capelli biondo molto chiaro e numerosi vestiti nel suo armadio. La donna lavora per un uomo anziano e molto burbero. Diverse vicissitudini portano Luba a vagare nella Napoli notturna, venendo a che fare con ucraini cinici e rassegnati al loro ruolo in Italia (badanti per le donne, gli uomini non vengono neanche menzionati) e napoletani grossolani o gentili.

Il terzo ed ultimo episodio è “Magnifico Shock”: Myriam (Miriam Candurro) è una cantante neomelodica molto arrabbiata e delusa da sé stessa. Pasquale (Massimiliano Gallo) è l’agente di Myriam, Enrico (Giovanni Esposito) il loro autista. Un ragazzo cingalese (Bagga Lankapura) lavora in un bar gestito da alcuni suoi connazionali. Al ragazzo verrà fatta una grande raccomandazione, quando gestisce le commissioni per il bar: di non andare mai via finché non viene pagato, di non sottostare al “ti pago domani”. Il garzone del bar terrà enormemente fede a quanto detto dai suoi capi.

Un giorno, per sua fortuna o sfortuna dovrà consegnare dolci e caffè proprio a Myriam, Enrico e Pasquale. L’agente della cantante vorrebbe pagarlo pure, ma non ha il resto e quindi costringe il ragazzo a fare un giro rocambolesco con i tre. L’episodio è emblematico non solo per quanto concerne il rapporto tra immigrati e napoletani, ma anche per la rappresentazione che si fa dell’industria musicale neomelodica, non sempre pulita.

Vieni a vivere a Napoli è un film leggero, che volutamente non affronta aspetti profondi dei rapporti tra Napoli e i cittadini non italiani. Certamente non mancano momenti drammatici (la decadenza di Luba) ma tutto sommato il tono è decisamente da commedia. La pellicola affronta con ironica simpatia le differenze e le similitudini tra culture, divertendo e facendo riflettere. 

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