L’iniziativa a Napoli, al Real Albergo dei Poveri un centro per senza fissa dimora

Il Real Albergo dei Poveri, anche detto Palazzo Fuga, una storia che torna a far parlare di sé. La Città di Napoli, entro la fine di quest’anno, si avvarrà di un ulteriore centro servizi sociali diurno dedicato alle persone adulte in difficoltà presso l’ex Albergo dei Poveri. Si sommerà in tal modo un nuovo tassello alla serie di interventi che l’amministrazione comunale pone in essere per i cittadini fragili arricchendo la rete di servizi alla persona presenti in tutte le municipalità. Questo stando a quanto rendono noto gli assessori Roberta Gaeta e Carmine Piscopo, promotori del progetto «Restituire la dignità», realizzato in collaborazione con il Rotary Club Napoli Nord Est. I lavori, per una superficie di circa 270 mq della struttura, sono stati finanziati per 74mila euro dalla Rotary Foundation, mentre la restante parte a copertura dell’importo complessivo dei lavori di 130mila euro dal Comune. 

Nella piazza (Carlo III) che rende l’unico omaggio toponomastico formulato dagli addetti ai lavori ad una dinastia che resse le sorti della città dal 1734 al 1861, ecco che l’attenzione per la stessa è scaturita dalla presenza in loco dell’imponente e maestoso edificio settecentesco che ne occupa un lato per tutta la sua lunghezza. Il Real Albergo dei Poveri, anche noto come Palazzo Fuga dal nome del suo architetto, fu voluto da Carlo di Borbone pervaso da spirito filantropico e intento a dare asilo alle famiglie più disagiate e meno fortunate del reame. La sua edificazione ebbe inizio nel 1751 diretta, per l’appunto, dall’architetto Ferdinando Fuga, e si concluse solo dopo molti lustri, nel 1819. Sebbene l’iniziale progetto prevedesse dimensioni monumentali (600 metri di lunghezza e 135 di larghezza) ci si accontentò di più ridotte dimensioni: allo stato attuale il grandioso ostello, contraddistinto da un ampio scalone e da un colossale frontone, misura all’incirca 375 metri di lunghezza.

Scrisse Antonio Ghirelli:

Nell’edificio si dovrebbero ospitare tutti i sudditi privi di mezzi di sostentamento ammontati, secondo una stima approssimativa dell’epoca, a circa 8000: idea bizzarra che rispecchia in modo emblematico la paternalistica, ma generosa preoccupazione di Carlo per la felicità del suo popolo.

Torniamo al 2017. Il progetto odierno immagina la realizzazione di uno spazio di accoglienza diurno con servizi igienici e docce, divisi per uomini e per donne, ospitati in 3 locali situati a piano terra di via Tanucci, 9. Gli accessi alla struttura saranno concessi esclusivamente nelle fasce orarie mattutina e pomeridiana, secondo turni stabiliti dagli operatori sociali che avranno in gestione la struttura e che seguono da anni i cittadini senza dimora. Pertanto, l’utilizzo del servizio sarà disciplinato da orari e appuntamenti prefissati e gli utenti saranno accompagnati dal momento del loro ingresso, per tutto il percorso di utilizzo del servizio.

«Il progetto si rivolge, così, alle nuove povertà. Siamo certi – concludono gli Assessori – di poter contare sulla sensibilità e sulla solidarietà del quartiere». Contestualmente, l’Amministrazione comunale sta svolgendo un lavoro assieme al Governo volto alla rifunzionalizzazione e rivalutazione dell’intero complesso monumentale, per la concretizzazione del già annunciato progetto Federal building.

Commenta