Balu si fa spazio con il suo nuovo brano, ‘Ancora’, in un momento dove ripartire è più difficile ma è l’unica cosa da fare.
Gioie e dolori, quest’oggi. Quando ci si trova davanti un giovane come Balu ed un brano come Ancora, non si può non pensare: “bel tentativo, buona idea, peccato che…”.
Sì perché Balu in realtà parte con le idee chiare: sa chi è, cosa lo rende diverso dal resto della scena hip hop italiana. Sa che non c’è bisogno di venir dalla strada per risultare forte, e sa che l’importante è esser vero.
Balu tutto questo lo sa, e ce lo dimostra nel suo brano, così come nello pseudonimo che si è scelto per gettarsi in scena come artista (Balu, derivante dal personaggio Disney Baloo, cui però si sottrae la doppia O in favore della U di Ugo, vero nome del giovane rapper). Peccato che…
… peccato che ci sia parecchio da migliorare, parecchio su cui crescere.
Laddove sul fronte lirico non credo ci sia troppo da dire, data la scelta di un tema e di soluzioni piuttosto gettonati ma che non passano mai di moda (raccontare dell’amore finito e del rivolere indietro la persona amata è ancora un must, un tema sempreverde), i veri problemi risiedono nell’esecuzione: tutto è drammaticamente piatto. Tre Minuti in cui nulla riesce ad emergere: non un verso, non il ritornello, neanche la base (che comunque risulta essere frutto di una buona produzione, quindi senz’altro gradevole). Non c’è nulla che si valorizzi, e il risultato è di un brano che semplicemente sfiora l’ascoltatore, gli passa a fianco, ma mica lo tocca mai.
Balu, purtroppo, non sembra aver voce. E’ lui parte del problema legato a questo generale appiattimento del brano. Non c’è enfasi, non c’è interpretazione, a stento riconosciamo il ritornello dalle restanti strofe. Certamente appare chiaro come il giovane artista stesso si stia cimentando in qualcosa di nuovo, e che (probabilmente, quindi concedo il beneficio del dubbio) lo fa da troppo poco tempo per aver acquisito tutti i giusti trucchi del mestiere, ma è bene che ci si dia da fare e che ci si faccia trovare pronti al prossimo tentativo. Balu deve essere pronto ad interpretare i suoi versi, oltre che a scriverli.
Fondamentale potrebbe essere difatti qualche esercizio sulla modulazione della voce, e potrebbe essere d’aiuto anche sforzare un po’ più la fantasia, immaginando quali tra i propri versi debba essere magari esaltato un minimo, in qualche modo. Queste sono soluzioni che, mi auguro, sarà Balu a trovare.
Sia chiaro, Ancora non è un brano da buttare. Anzi! Si tratta di un inizio, di una base d’appoggio e di un primo, acerbo esperimento. Un esperimento, ahimè, non riuscito e da cui bisogna assolutamente imparare qualcosa. Nei (pochi) brani disponibili di Balu (oltre ad Ancora) si nota che c’è voglia di fare, e come detto pocanzi, è chiaro che lui abbia bene in mente chi sia e quale sia la carta che – potenzialmente – può renderlo unico. La sfida sarà quella di proporre queste idee al pubblico e di convincerlo con una realizzazione più curata e dove sia maggiormente percepibile ciò che il giovane rapper napoletano voglia comunicare.
E’ comunque giusto fare un plauso a Balu per aver deciso di uscire allo scoperto in un momento delicato come questo, e più in generale è d’uopo rivolgergli un plauso d’incoraggiamento per averci provato. Per ora, bonariamente, anziché bocciarlo tenderei a rimandarlo. Chissà che magari la prossima volta non ci possa essere una piacevole svolta.
Statemi bene, e al sicuro.