Viaggiando tra i castelli irpini, rubrica sull’approfondimento delle rocche della provincia di Avellino
Grottaminarda, Castello d’Aquino, ecco la nuova tappa che ci offre oggi la nostra rubrica alla scoperta delle oltre 70 rocche, fortezze e i castelli di epoca longobarda, normanna o risalenti ad altri periodi presenti sul territorio avellinese, con la volontà di diffondere il patrimonio storico della verde provincia campana. Continuate a seguire la rubrica per conoscere storie e leggende, di paesaggi e misteri, che caratterizzano un’incantevole provincia.
Questa rubrica è realizzata in collaborazione con la pagina facebook del Museo Dei Castelli di Casalbore.
Edificato in epoca longobarda presso l’antico borgo di “Fratta”, in posizione dominante rispetto al vallone sottostante, funse da baluardo difensivo contro i Bizantini. Di forma trapezoidale, il castello fu ampliato intorno alla prima metà del secolo XII con la costruzione della cinta muraria, di cui si ha notizia già a partire dal 1137. In questo periodo l’edificio entrò a far parte dei possedimenti della potente famiglia d’Aquino, alla cui casata appartenne dal 1134 al 1531, fino a quando cioè fu sottratto loro da Carlo V. Il castello conservò comunque il nome della famiglia d’Aquino, pur divenendo proprietà di altre nobili famiglie. In seguito ai terremoti del 1694 e del 1732, parte della struttura fu adattata a dimora signorile. Il primo piano del settore sud fu adibito, infatti, a zona residenziale, mentre un’altra area fu trasformata in un sontuoso giardino pensile, recintato e dotato di terrazza con belvedere. Nonostante le modifiche, sono ancora visibili tratti delle mura perimetrali d’epoca aragonese, i cui paramenti esterni erano realizzati con file di laterizi alternate a ciottoli fluviali o a pietre calcaree di diverse dimensioni. Agli angoli del forte sono visibili le quattro torri angolari, di cui due di forma cilindrica e una a pianta quadrata. La parte inferiore della struttura ospita le cantine, ricavate all’interno di una grotta sotterranea, mentre la parte superiore è sede dell’Antiquarium comunale.
L’articolo continua su silo del Museo Dei Castelli