Viaggiando tra i castelli irpini, rubrica sull’approfondimento delle rocche della provincia di Avellino: Taurasi

Il Castello di Taurasi è un maniero medievale che fa parte delle oltre 70 rocche, fortezze e i castelli di epoca longobarda, normanna o risalenti ad altri periodi presenti sul territorio avellinese, in cui ci muoviamo con la volontà di diffondere il patrimonio storico della verde provincia campana. Continuate a seguire la rubrica per conoscere storie e leggende, di paesaggi e misteri, che caratterizzano un’incantevole provincia.

Questa rubrica è realizzata in collaborazione con la pagina facebook del Museo Dei Castelli di Casalbore.

Il borgo di Taurasi è dominato dell’imponente mole del Castello Marchionale, estesa su una superficie di circa mille metri quadrati. L’impianto originario, probabilmente di epoca longobarda, subì diverse trasformazioni e modifiche ad opera dei dominatori succedutisi nel tempo: Normanni, Angioini e Aragonesi. Il castello ospitò diverse nobili famiglie, tra cui i Gesualdo, i Filangieri, i Ludovisi e i Carafa. Distrutto parzialmente dalle truppe di Alfonso d’Aragona, nel 1461, il castello fu ricostruito nella prima metà del XVI secolo e trasformato in dimora gentilizia agli inizi del Seicento. La struttura conserva ancora oggi le caratteristiche tipiche del palazzo rinascimentale e si distingue per la particolare facciata, ove è il portone d’ingresso, sulla cui sommità è visibile lo stemma scolpito in occasione dell’unione dei Gesualdo con la Casa d’Este. Sulla sinistra si erge il mastio a pianta quadrata, il cui esterno è stato realizzato con materiali di spoglio provenienti con molta probabilità da edifici di epoca romana, mentre la parte superiore è costruita con pietre calcaree tenute insieme da strati di malta. Dal cortile, in cui è conservato un sarcofago in pietra di epoca romana, una maestosa scalea conduce ai piani superiori, dove si trova un ampio salone con un grande camino seicentesco e le camere che accolsero ospiti illustri, tra cui Eleonora d’Este, Torquato Tasso e San Carlo Borromeo. Il castello è sede dell’Enoteca Regionale.

L’articolo continua su sito del Museo Dei Castelli

Commenta