Eusapia Palladino, la storia della medium italiana, che terrorizzò l’Europa
Palazzi infestati, anime vaganti, riti iniziatici e principi alchimisti: Napoli vanta da sempre un profondo legame con l’occulto, che la rende una delle città più arcane e misteriose al mondo. Non a caso, proprio in una delle vie più folkloristiche della città, quella in cui ha quotidianamente luogo il mercato del Borgo Sant’Antonio Abate (in napoletano ‘o Buvero), dimorò a lungo Eusapia Palladino, medium di fama mondiale.
Nata, nel 1854, a Minervino Murge, un piccolo paesino dell’attuale provincia di Barletta, da due contadini, non ricevette alcun tipo d’istruzione e, rimasta ben presto orfana di entrambi i genitori, venne assunta come bambinaia da una famiglia napoletana.
Eusapia dimostrava di celare, sin dalla più tenera età qualcosa di arcano e insondabile, che avrebbe però contribuito a portare il suo nome sulla bocca di tutti. Finì casualmente al tavolo di un seduta spiritica, per sopperire alla mancanza di uno dei partecipanti, venuto meno all’ultimo momento; si trattò di un evento unico nel suo genere: oggetti in movimento, voci e suoni striduli suscitarono uno spavento collettivo, che mise in fuga i convenuti. Nel 1892, durante un soggiorno a Milano, tenne 17 sedute spiritiche, dove, con l’aiuto di uno spirito guida, cercò di evocare le anime di alcuni defunti.
L’evento riscosse grande clamore: a detta di alcuni presenti, in una sorta di estasi menadica, Eusapia pronunciò parole dal significato incomprensibile, emettendo un soffio di aria gelida, dal foro che si era procurata sulla testa con una vecchia caduta. Studiosi di tutta Europa si mobilitarono per esaminare di persona ciò di cui avevano soltanto sentito parlare e che li avrebbe lasciati senza parole. Lo stesso Roberto Bracco si scusò pubblicamente, per aver cercato di osteggiare la celebre spiritista:
Sono molto vergognato e dolente di aver combattuto con tanta tenacia la possibilità dei fatti spiritici: dico dei fatti, poiché alla teoria io sono ancora contrario. Ma i fatti esistono e io dei fatti mi vanto di essere schiavo.
Dinanzi all’impotenza di Bracco, di Luigi Vassallo e di Luigi Barzini, alcuni esimi luminari della scienza – il polacco Boleslaw Prus e i francesi Pierre e Marie Curie – provarono a smascherare, a Parigi, la Palladino, ma fallirono.
Soltanto nel 1908, ormai anziana, Eusapia ricevette, nella propria residenza napoletana, la visita di un comitato di tre studiosi, eletti dalla “Society for Psychical Research”. Venne legata ad una sedia, le gambe e le braccia immobilizzate; in un angolo della stanza, illuminata da una luce soffusa, alcuni scienziati prendevano appunti; si udirono suoni di campane e strumenti musicali intonare macabre melodie e sfidare le leggi della fisica. Molti lasciarono l’abitazione terrorizzati, mentre altri conservarono per sempre il ricordo indelebile di quella donna dai poteri strabilianti, che, nel 1918, raggiunse le anime dei suoi cari defunti tanto spesso invocati, lasciando attorno a sé un alone di mistero insoluto.