Perché noi di Terre di Campania, ci teniamo lontani da certe tematiche.
Lo abbiamo accennato ieri in un post su Facebook, e vorremmo dare maggiori spiegazioni sul nostro silenzio riguardo ai fatti di Amatrice. Ma soprattutto vorremo spiegare, con alcuni semplici passaggi, qual è la nostra linea di fronte a quello che oggi più che mai viene definito sciacallaggio mediatico.
Il terremoto ha colpito duramente Amatrice e le zone limitrofe, ed emotivamente tutta l’Italia, se abbiamo deciso di non parlarne è solo perché non amiamo alimentare inutili focolai di disperazione e cattiveria sul web (questo luogo è già pieno di persone che approfittano di questi momenti per avere un po’ di visibilità e noi non siamo tra quelle). Noi di Terre di Campania, abbiamo preferito continuare con le nostre attività, pregando col cuore, dedicando più momenti alle vittime, partecipando, silenziosamente, alle iniziative serie che serviranno a dare a quelle persone un po’ di speranza.
Non siamo un’associazione e un giornale dediti allo sciacallaggio mediatico, non siamo un’associazione e un giornale di sole chiacchiere, viaggiamo controcorrente, come abbiamo sempre fatto, cercando di portar fuori, sempre un pizzico di buono anche dagli avvenimenti più tristi: un sorriso, una stretta solidale di mano.
Alcuni ci hanno chiesto, durante il nostro percorso, come mai non ci interessiamo di politica, sport, inchieste. Lo hanno fatto anche prima che venisse fondato il giornale, quando tale sito non era altro che uno spazio per promuovere il nostro territorio. Oggi, che abbiamo fatto un passo avanti registrandoci come magazine ufficiale, ci viene chiesto come mai non parliamo mai di notizie “succulente“, dal click facile, dalla condivisione quasi “ignorante”. Insomma, ci hanno chiesto perché non ci lasciamo andare al più becero giornalismo web, quello che ha corrotto decine e decine di testate giornalistiche, interessate più ai numeri che all’informazione stessa. Ci hanno chiesto perché non approfittiamo di tematiche di largo interesse, infischiandocene dei nostri principi e della nostra linea editoriale.
Abbiamo sempre risposto che il nostro ideale, i nostri punti saldi, erano sempre più importanti rispetto al facile successo e che il nostro obiettivo è sempre stato quello di promuovere il nostro territorio in tutte le sue forme cercando di valorizzare quanto di buono e bello c’è in Campania.
Continueremo su questa strada, e se non ci vedrete mai parlare dell’Higuain di turno, di tragedie, di politica e simili, non è per codardia o perché non sentiamo nostri questi temi, ma perché non abbiamo alcuna intenzione di utilizzare queste tematiche come mezzo per raggiungere una visibilità e un successo che non ci interessa.
Dissero: Il silenzio è la più grande espressione culturale di questo secolo; noi crediamo che la più grande espressione culturale di questo secolo sia agire in silenzio.
Non abbiamo la presunzione di pensare di aver cambiato la visione che il mondo ha della nostra regione o di aver modificato quella dei suoi stessi abitanti, ma nel nostro piccolo ci sforziamo di portare avanti il nostro ideale, sperando che il messaggio che cerchiamo di diffondere arrivi a quante più persone possibile. Quanto meno possiamo dire di agire.
Non siamo indifferenti al dolore di tante famiglie, non viviamo fuori dai fatti, ma preferiamo, in queste occasioni, ragionare come uomini dotati di senno e non come bestie che guardano solo al profitto, anche in situazioni del genere. Diciamo no allo sciacallaggio mediatico, al mercato dei like e delle visualizzazioni. Vogliamo informare, accrescere la cultura e il mondo di chi ci legge, in modo positivo. Vogliamo questo.
Ritornando ad Amatrice, preghiamo per le vittime del terremoto, abbiamo fatto, facciamo e faremo la nostra parte, ma come individui che insieme formano una collettività, non come sciacalli accecati dall’opportunismo.
Fedeli alla linea dicevano i CCCP, e così sarà sempre.
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