Le ‘foreste campane’ occupano il 30% del territorio della nostra Regione, eppure le conosciamo davvero poco.
Alcuni restano affascinati quando nei film i personaggi sono intenti a passeggiare in parchi e boschi meravigliosi come se niente fosse, altri viaggiando vanno alla ricerca di luoghi di tal genere. Se invece fate parte di quelli che, zaino in spalla, vogliono esplorare con le proprie gambe e non hanno alcuna intenzione di spendere un mucchio di soldi non c’è alcun bisogno di disperare.
Se vi dicessi che proprio sotto ai vostri piedi vi è un territorio forestale complessivo di 5500 ettari, diviso in 11 grandi foreste, ognuna con fauna e flora peculiari rispetto alle altre, ci credereste? Se la risposta è negativa, vi consiglio di vedere con i vostri occhi e sentire con le vostre orecchie, la vostra prospettiva cambierà radicalmente. Per i temerari che hanno risposto affermativamente, anche se riconoscete a stento il giardino di casa vostra, diciamo che come inizio può andare anche bene. Le foreste campane necessitano anche solo di un po’ di spirito di iniziativa.
L’ “altra faccia” della Campania si estende in modo più o meno omogeneo su tutto il territorio regionale. La concentrazione delle foreste aumenta in provincia di Salerno, ove, partendo dalla Foresta Calvello per finire a Cerreta Cognole, ve ne sono ben sei, tali da contraltare il rinomato fascino del litorale salernitano, ma calma, ce n’è per tutti. Coloro che, invece, sono stufi della caotica Napoli Centro non c’è posto più sicuro dell’antro della Sibilla nella Foresta di Cuma e in generale nell’Area Flegrea per potersi rifugiare, per poi magari ristorarsi con nocciole e castagne di Roccarainola (anche lo stomaco vuole la sua parte). Per non parlare di una bella escursione nel Taburno, giusto per assaporare lo spettacolo visivo della Valle Caudina. Se invece siete amanti degli animali, animati da un’incontenibile voglia di scovare nuove specie, probabilmente la Cicogna nera della Foresta Mezzana ubicata nel comune di Monteverde Irpino fa al caso vostro. Per concludere il vostro tour, magari, vi potreste ritrovare a bere del buon Pallagrello mentre siete intenti ad osservare il tramonto scivolare via tra i cipressi nel Comune di Fontegreca.
Insomma, seppure questo breve excursus possa aver reso l’idea di quanto può essere ricco il patrimonio delle foreste campane non posso che lasciarvi con una notizia che ai meno coraggiosi farà cascare le braccia: le ‘chicche’ appena suggerite non sono altro che una semplice goccia di un mare, cosa dico, di un oceano che non aspetta altro se non di essere esplorato.
Pingback: Forresta Cerreta e Foresta Vesolo, un grande cuore verde