Clemente Cipresso, con Frantumi di calma apparente, racconta una dolorosa quotidianità.
Sebbene si cerchi spesso di negarlo, molti tendono a vedere la vita come una continua corsa a ostacoli, in cui si gareggia contro se stessi, contro gli altri, contro il mondo e il tempo. Gli inglesi la chiamano rat race. Non bisogna necessariamente essere filosofi, né aver studiato Leopardi, e nemmeno aver presente il famoso monologo di Trainspotting per capire quanto sia illusorio questo meccanismo e quanto rischi di diventare alienante. Sergio, il protagonista di Frantumi di calma apparente, si chiede spesso che senso abbia vivere così.
Impiegato addetto al controllo qualità in una residenza per anziani, Sergio è costantemente diviso tra il ricordo del passato e l’osservazione del presente, favorita dalla sua eccezionale empatia.
L’infanzia è quella tipica delle famiglie del sud, modeste ma compatte. Ogni abitudine familiare è fonte di immaginazione e avventure, a svelare un’intelligenza acuta e una grande sensibilità. Con l’adolescenza il contatto con la realtà si fa più duro, ma è negli anni dell’università che emergono i tratti più evidenti della personalità del protagonista. Il suo forte senso del dovere e il costante desiderio di non deludere i genitori, uniti a una situazione economica precaria lo costringono a dividersi tra studio e lavoro, in una routine terribilmente affannosa. Qualsiasi universitario legga questa storia non potrà non riconoscervisi almeno in parte.
Costretto a lavorare e a dare esami cercando di eccellere, in una disperata lotta contro il tempo, Sergio proietta nel futuro ogni idea di felicità, sublimando nei traguardi futuri complessi personali, desiderio di accettazione da parte dei genitori e un onnipresente senso di inadeguatezza. Una vita scandita dall’ansia, dove gli spazi tra uno spasmo e l’altro sono solo frantumi di calma apparente. Ad accompagnarlo, la sua ragazza, che condivide i suoi affanni e gli si lega morbosamente.
Arrivano la laurea e i primi lavori, ma non ci vuole molto a capire che la linea dell’orizzonte si è spostata un po’ più in là. Il senso di inadeguatezza permane, acuito dai fallimentari rapporti con le donne. Con l’ingresso nella residenza per anziani la situazione precipita: il contatto con la morte, la solitudine, la malattia e l’alienazione stimola le sue riflessioni. Se prima Sergio si preoccupava di non deludere i propri genitori, adesso sono i pazienti della clinica la sua ragione di vita. Ogni fibra del suo corpo è tesa nello sforzo di regalare loro un sorriso.
Anche il suo nuovo amore non sarà alieno dalla malattia. Ma è proprio di fronte all’ineluttabilità delle avversità, alla loro forza sovrastante che Sergio comincia a capire.
I frantumi di calma apparente sono le immagini su cui si sofferma la narrazione, sull’onda dei ricordi del protagonista o dei suoi flussi di coscienza. La loro inquadratura è straniante, ma autentica.
Frantumi di calma apparente, edito da Edizioni Effigi, inquieta il lettore ma, sbattendogli in faccia gli aspetti più paradossali dell’esistenza nella loro rassicurante ciclicità, lo rasserena.
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