La tDCS, la ricerca della Dottoressa Sagliano finanziata dalla Brain & Behavior Research Foundation, fondazione statunitense

La ricerca in Italia attraversa tempi davvero duri. I giovani che in qualche modo prestano competenze e professionalità alle università ma non fanno parte del personale strutturato (non sono borsisti, ricercatori, docenti), oppure non ricevono compensi (dottorandi di ricerca senza borsa, tirocinanti, collaboratori a vario titolo, ecc.), pur contribuendo in maniera significativa alla produttività dei Dipartimenti, devono di solito preoccuparsi di cercare le risorse per realizzare i progetti ai quali lavorano.

Ancora più avvilente è il fatto che spesso la soluzione è al di fuori dei confini del Bel Paese: se emigrare non è un’opzione prevista, si cerca almeno di ottenere fondi da organismi internazionali. È proprio questo lo scenario prospettatosi alla Dott.ssa Sagliano, psicologa e Dottore di Ricerca, la quale ha presentato il suo progetto alla Brain & Behavior Research Foundation, fondazione statunitense: ha visto, così, realizzato il sogno di continuare a collaborare con il Laboratorio di Neuropsicologia, coordinato dai Proff. Trojano e D’Olimpio, presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

La ricerca in questione, svolta in collaborazione con medici e psichiatri italiani, approfondisce gli effetti di un trattamento alternativo di tre disturbi psicologici, di cui soffre, almeno una volta nella vita, circa il 10% degli individui: i Disturbi d’ansia, la Depressione e il Disturbo ossessivo-compulsivo.

I Disturbi d’Ansia si caratterizzano per la presenza di ansia e preoccupazione eccessive riguardanti eventi o attività (per esempio, quella lavorativa); la Depressione, invece, implica umore depresso e perdita di interesse o piacere verso attività normalmente considerate piacevoli; il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, infine, è caratterizzato dalla presenza di ossessioni (cioè pensieri intrusivi e fastidiosi) e compulsioni (azioni mentali o comportamenti ripetuti al fine di allontanare i pensieri ossessivi), che impegnano una gran quantità di tempo nella vita dell’individuo.

Questi disturbi determinano un peggioramento della qualità della vita di chi ne è affetto, delle relazioni interpersonali e della sfera produttiva (scuola, lavoro). Di solito, il trattamento prescritto è di tipo farmacologico; a questo dovrebbe affiancarsi una psicoterapia. Il team di ricerca della Dott.ssa Sagliano sta valutando l’efficacia, sia nel breve che nel lungo termine, di un metodo di terapia alternativo, ovvero la Stimolazione Elettrica Transcranica (tDCS), che consiste nel somministrare, attraverso degli elettrodi posizionati sul capo del paziente, deboli correnti elettriche. Nei pazienti affetti dalle suddette patologie è stata, infatti, rilevata una scarsa attivazione di alcune aree specifiche del cervello, cioè quelle frontali. Stimolando queste aree, dunque, ci si aspetta un miglioramento della sintomatologia.

“Perché optare per questa terapia?”, verrebbe da domandarsi. Innanzitutto, occorre tener presente che in alcuni pazienti le terapie classiche non producono gli effetti desiderati. Inoltre, la tDCS è un trattamento intensivo che potrebbe comportare un rapido miglioramento dei sintomi. Presenta, poi, pochi e non frequenti effetti collaterali: sono stati riscontrati, in alcuni casi, prurito e cefalea di tipo transitorio, ma non si esclude che ciò potesse dipendere dalla suggestione dei pazienti. Infine, i costi sostenuti per questa terapia sono senza dubbio più ridotti rispetto a quelli della terapia farmacologica e della psicoterapia, sia a livello individuale che a livello di sistema sanitario nazionale: per la tDCS, infatti, sarebbe necessaria una spesa iniziale relativamente ridotta, se si pensa che il macchinario ha una buona resistenza nel tempo. Sottolinea la Dott.ssa Sagliano:

Tuttavia non si può ancora pensare di sostituire la tDCS alle terapie classiche; piuttosto, la si può affiancare ad esse per amplificarne gli effetti benefici.

È bene tenere sempre a mente che l’obiettivo del trattamento delle psicopatologie dovrebbe essere il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, riducendone il disagio sia personale che interpersonale e consentendo loro di svolgere tranquillamente le normali attività quotidiane. Attenderemo, dunque, incuriositi e fiduciosi, i risultati di questa ricerca, sicuri non solo che il progetto sia meritevole, ma anche che l’assegnazione dei fondi ad una ricerca scientifica rappresenti sempre e comunque un segno di progresso.

 

Fonte della definizione dei disturbi:

American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing, 2013. Edizione italiana: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina, 2014.

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