Una passeggiata alle pendici del Taburno

Entro in auto, allaccio le cinture e mi accingo a percorrere la strada che porta a Bucciano, un piccolo paese della provincia di Benevento, un tempo rinomato per un’acqua particolare che sgorgava da una sorgente chiamata “Fontana del Duca”.  Il centro abitato, di appena 2000 abitanti, è facile da raggiungere trovandosi non troppo lontano da Montesarchio ed essendo confinante con Airola, quindi ben collegato con le strade principali.

Mentre raggiungo il borgo mi si para innanzi la vasta mole del Taburno, che fa da ombra a Bucciano da oltre 1000 anni, ovvero dalla sua fondazione, coprendo quasi interamente l’orizzonte con il suo verde.

Una volta lì mi abbandono al libero passeggiare per le strade della cittadina, e mentre mi muovo tra i sali-scendi e le piccole viuzze, i miei occhi si fermano a guardare le poche ma significative architetture presenti: la Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista e la Madonna del SS. Rosario.

Ma le bellezze di maggior rilievo si trovano poco distante il centro abitato. Camminando nei dintorni, baciato dalla leggera brezza tipica del beneventano, raggiungo il Santuario di Maria SS. Del Taburno risalente al XV secolo. Luogo di culto che ha un’elevata importanza turistica, infatti, ogni anno nella seconda domenica dopo Pasqua, numerosissimi fedeli si recano in questo santuario per celebrare la festa di Maria Santissima del Taburno. Il complesso religioso, avvolto da una ricca vegetazione, venne edificato nel 1498, per volere del conte Carlo Carafa, in ricordo di un evento prodigioso accaduto nel 1401.

La leggenda narra che una pastorella sordomuta avesse trovato in una grotta una statua della Vergine che le affidò il compito di far erigere in quello stesso luogo un santuario. Una sorta di Lourdes in miniatura.
Poco distante dal Santuario si trovano le Grotte di S. Simone e di S. Mauro; per raggiungerle devo percorrere un piccolo tratto impervio e superare qualche ostacolo lungo il percorso, ma alla fine riesco ad avvicinarmi. Entrambe sono state adibite a luoghi di culto, nella prima si trova un dipinto raffigurante il salvatore e nella seconda un’antica pittura raffigurante la Vergine, il busto di S. Menna e un’effige in legno di S. Mauro.

Scopro che Bucciano, inoltre, ospita una parte dell’antico acquedotto carolino, divenuto patrimonio dell’UNESCO, di opera Vanvitelliana, costituito da 90 arcate che consentiva di trasportare le acque dalla sorgente Fizzo alla reggia di Caserta allora era in costruzione.
Dopo il giro turistico non resta che saziare la fame assaggiando la rinomata gastronomia buccianese a base di carne, tra cui spicca quella pregiata del “Vitellone bianco dell’Appennino centrale”, il tutto accompagnato da un buon vino, ad esempio un aglianico del Taburno di produzione locale.
Dunque Bucciano, pur essendo un piccolo paese, offre l’occasione per una piacevole e rilassante passeggiata nel verde tranquillo dei boschi del Taburno, alla scoperta di antichi edifici religiosi, di piatti prelibati e di curiosità nascoste nel territorio in attesa di essere scoperte.

Come arrivare

IN AUTO
Da Nord: uscire dall’autostrada A1 Roma-Napoli verso Caserta Sud e proseguire in direzione Benvento sulla Strada Statale 7.
Da Sud: Dall’autostrada A3 prendere la direzione Ospedaletto, proseguire per Summonte fino a San Martino Valle Caudina

IN TRENO
Utilizzare la linea ferroviaria Benevento-Napoli.

IN AEREO
Aeroporto di Capodichino, Napoli.

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