Inaugurazione il 20 giugno alle 20:00, Chiesa dell’Annunziata

Sabatino Fatigati

L’acqua dei mari e degli oceani, fonte di vita per la totalità della biosfera e le società umane, culla di ineguagliabile biodiversità e memorie sommerse, narratrice e custode d’arte, artista e opera d’arte insieme, incarnazione esemplare di bellezza, armonia e logica matematica naturali, è da tempi immemori componente irrinunciabile degli itinerari della vita dell’uomo, testimone d’eccellenza di un continuo scambio di beni e idee, diffusione di notizie e saperi, culti e testimonianze di fede, costruzione di città e identità lungo le coste, di un senso di appartenenza che, nel caso del Mediterraneo, è presente nella sua stessa denominazione latina, “mare nostrum”.

 Si tratta di un ulteriore motivo di apprezzamento del dono delle acque di cui siamo non solo fruitori, ma anche custodi. A proposito della suddetta diffusione di culti e testimonianze di fede, va ricordato il solido legame tra i naviganti e la nostra Madre celeste, da loro invocata per ricevere protezione in mare, contro i pericoli e i naufragi. La Madonna dell’Arco, una delle iconografie più note e suggestive di Maria in Campania, è destinataria di numerosi ex voto per grazia ricevuta da gente di mare: velieri, corde e tavolette raffiguranti lo scampato pericolo in mare, offerte che aiutano a comprendere il motivo della grande diffusione della devozione mariana in tutto il mondo cristiano.

Dal desiderio di raccontare il ruolo del mare nella costruzione dell’identità personale e collettiva, con attenzione particolare alla dimensione della fede cristiana, e al contempo dalla sentita necessità di sensibilizzare alla sua tutela, è nata l’installazione “Il Mare e la fede”, ideata da Giuseppe Ottaiano e inaugurata lo scorso 22 febbraio, presso la Sala Capitolare del Santuario della Madonna dell’Arco, col sostegno del Priore, padre Gianpaolo Pagano, e dell’intera comunità domenicana, e ora approdata nella suggestiva cornice della Collegiata di Santa Maria delle Grazie a Marigliano, con grande sostegno e accoglienza da parte del parroco don Lino D’Onofrio.  Si tratta di una “visione” di grande bellezza di Giuseppe Ottaiano, l’ultima di una lunghissima serie, che ci auguriamo possa non finire mai, contando sulla condivisione e l’impegno attivo di un numero sempre maggiore di amici.

52 artisti campani hanno dato forma a questa “visione”, imprimendo la loro arte su sagome lignee a forma di pesce, tradizionale simbolo paleocristiano, utilizzato dai primi credenti nel Cristo per riconoscersi. 52 esperienze e riflessioni impresse sul legno, in cui specchiarsi idealmente per ri-conoscersi e sentirsi non “pesci fuor d’acqua”, ma parte di un banco di pesci, di un contesto umano più grande, oltre i confini del proprio apparato tegumentario, del perimetro della propria abitazione o dei confini del proprio comune di residenza, unito nella fede cristiana, in una cultura millenaria, in un sistema di ideali e valori da custodire e promuovere, e investito dall’arduo e inderogabile compito di custodia del nostro inestimabile patrimonio idrico e della nostra casa comune.

Alla collettiva d’arte in cui, ancora una volta, l’acqua fa da protagonista (come già in “Gocce d’Acqua”, installazione artistica itinerante e in continua evoluzione, perché ciò che l’acqua ha da raccontarci non ha limiti), si affianca un’installazione con quattro barche a vela, che raccontano il mare come componente irrinunciabile dei viaggi dell’uomo, e una collezione di ex voto mariani.

Fino al prossimo 3 luglio, l’installazione sarà ospitata presso la Chiesa dell’Annunziata, offrendo ai visitatori la possibilità di un viaggio estrospettivo e introspettivo insieme, lungo la rotta della fede, della bellezza, dell’unità e della condivisione di valori, esperienze e impegno alla tutela della nostra casa comune. Buon viaggio, a partire da venerdì prossimo!