Giovedì 10 febbraio 2022, al Teatro Elicantropo di Napoli: It’s app to you da un’idea di Leonardo Manzan. In scena il primo “videogioco a teatro”, una semplice applicazione da scaricare sul cellulare per muovere e governare il personaggio virtuale

L’uomo è padrone delle proprie scelte? Quando diciamo sì, anziché no, lo abbiamo detto noi o qualcuno lo ha detto al posto nostro? Qual è il limite della nostra libertà?

Queste domande sono il punto di partenza di It’s app to you, uno spettacolo di Leonardo Manzan, affiancato, in scena, da Andrea Delfino e Paola Giannini e, nella scrittura, da Camilla Mattiuzzo, che debutterà giovedì 10 febbraio 2022 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 13) al Teatro Elicantropo di Napoli.

It’s App to You è il primo videogioco a teatro, una realtà virtuale immersiva a 360°, una semplice applicazione da scaricare sul cellulare, per muovere e governare il personaggio virtuale.

Presentato da La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello ed Elledieffe, lo spettacolo, già pluripremiato, mette in scena un videogioco, un sistema in cui le scelte sono limitate e già prestabilite da algoritmi matematici.

Ne deriva un’indagine, non soltanto sul rapporto dell’uomo con la tecnologia, ma soprattutto sul rapporto che l’uomo ha con se stesso di fronte alla tecnologia.

È libero di agire, di decidere? O si muove in un sistema, per quanto ampio, di possibilità limitate? Il digitale e il virtuale diventano dunque un pretesto per parlare di scelte e di libero arbitrio.

Prima di entrare in sala, a ogni spettatore, viene consegnato un foglio sul quale disegnare il proprio avatar e, accanto, le istruzioni per cominciare a giocare.

Algoritmo è il creatore del videogioco, figura divina sottoposta a una condanna, quella di scrivere eternamente nuove storie, da sempre si tiene sveglio a forza di caffè.

Scrive i pensieri, le scelte, le emozioni di 46, il personaggio del videogioco. E infine c’è il giocatore, Luigi, che ha il compito di giocare per primo, di superare tutti i livelli per risolvere il giallo: scoprire l’assassino di 46.

Nella ricerca degli indizi, tra tutorial, dialoghi impossibili e sfide da superare, realtà e virtualità si scontrano, nello sforzo di comunicare l’una con l’altra. Lo scopo del gioco rimane lo stesso: uccidere l’assassino.

Il giocatore finirà intrappolato nella realtà virtuale. Il gioco avrà la meglio?

Lo spettacolo appare, così, una sfida rivolta al pubblico, definito, in una nota, il “requisito di sistema necessario” alla rappresentazione, così come agli stessi attori, coinvolti in una vicenda sempre in bilico fra reale e virtuale. Il tutto parte, semplicemente, da un motivo ricorrente della letteratura gialla: un cadavere, un caso di omicidio da risolvere.

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