La Rabbia è un’emozione forte, letale, e può portarti su due strade: Quella buona e quella cattiva. Salvatore Vivenzio e Gabriele Falzone provano a raccontarci la storia di Cesare, un ragazzo che tramite la boxe cerca la redenzione da una terra dilaniata dalla camorra.
Se volete saperne di più de La Rabbia, leggete l’intervista di Terre di Campania a Salvatore Vivenzio e Gabriele Falzone durante la presentazione della loro opera da Arcanum Fumetteria. Disponibile anche il video della live Facebook.
La Rabbia è la storia di Cesare, un ragazzino di Quindici, comune dell’avellinese, che sin dall’infanzia è costretto a vivere in un contesto spietato. La storia è ambientata tra gli anni ’80/’90, siamo nel contesto delle faide di camorra e proprio una di queste segna la prima svolta nella vita di Cesare con l’assassinio del padre.
Cesare è un ragazzo introverso, irascibile, che vive da scugnizzo cercando impotente un riscatto che non arriva, costretto a guardare la madre fare sacrifici di letteralmente tutti i generi pur di dar da mangiare a lui ed alle sorelle. Le giornate nel paese passano in compagnia dei ragazzi della zona che cercano di adattarsi al meglio alla difficile realtà, fatta di agguati ed omertà.
La vita di Cesare è dura, troppo per un ragazzino della sua età, e la sua ira è sempre più incontenibile. In un contesto come Quindici puoi fare due scelte: diventare uno di loro, o ribellarti. Il giovane inizia ad appassionarsi alla boxe alla TV, sono gli anni ruggenti del campione Mike Tyson che con la sua furia fa breccia nella mente di Cesare.
A colpirlo però non sono le roboanti vittorie, ma la sconfitta contro Douglas, da cui capisce che persino una divinità può cadere. Qui inizia la vita di Cesare, la vera vita, il riscatto, è qui che inizia a capire che c’è qualcosa oltre quella coltre di odio e delinquenza. Così inizia ad allenarsi con un sacco da boxe improvvisato, inizia a mettersi in forma ed i primi banchi di prova sono le risse con i ragazzini a scuola. Durante una di queste scazzottate viene interrotto da Teodoro, un uomo di mezza età che gestisce una palestra fatiscente in centro e invita il ragazzo ad allenarsi con lui, l’uomo è un allenatore di boxe e per la prima volta Cesare trova qualcuno che vuole aiutarlo.
Superato lo scetticismo iniziale il giovane decide di seguire i consigli dell’uomo e si dedica anima e corpo al combattimento. Nonostante le difficoltà della vita ora un’alternativa si sta formando, le cose sembrano iniziare a girare, ma Cesare non sa che sul suo cammino tante persone vogliono vederlo solo fallire.
La storia di Cesare è quella di un ragazzo qualunque nato e vissuto tra le difficoltà, ma è anche la storia romanzata della famiglia di Salvatore Vivenzio, l’autore della storia che ha preso spunto dalla biografia di suo padre e della sua passione per il taekwondo per creare questo racconto, oltre che attingere dalla cronaca nera di Quindici.
La narrazione è avvincente e coinvolge il lettore, nonostante la maggior parte degli avvenimenti facciano parte di un immaginario ben definito sia dei film sulla boxe che dei noir, con molti richiami ai classici cinematografici. L’unico punto realmente debole della vicenda è la velocità con cui gli eventi prendono luogo, caratterizzati in maniera fantastica ma che forse avrebbero richiesto qualche tavola in più per dare tempo al lettore di immedesimarsi meglio nelle varie feste patronali, casi di cronaca, incontri di pugilato.
Figlia di questa pecca è la superficialità con cui alcuni personaggi secondari sono trattati, il cui peso nelle vicende sembra essere ben più determinante di quanto si evince dalle poche tavole in cui compaiono.
A supporto di una disceta trama vengono in aiuto i disegni di Gabriele Falzone, che risultano azzeccatissimi per l’opera dando alle scene un tono molto netto, ruvido e graffiante (parole sue che trovate nell’intervista).
La scelta del bianco e nero riesce a dare incisività ad ogni scena e risulta sempre chiara in tutte le tavole, cosa non scontata. La regia delle scene, soprattutto quelle di combattimento, lascia trasparire una cura maniacale per l’azione che viene impreziosita dalla fedele riproduzione dei corpi e dei colpi dei boxeur. Insomma non troverete mai ne La Rabbia disegni in cui i pugni o calci sono mimati da linee che lasciano all’immaginazione il compito di figurare il colpo, ma sempre una precisa realizzazione delle movenze degli atleti.
La Rabbia è la prima pubblicazione del duo Vivenzio-Falzone dopo Gamble, l’opera presenta qualche pecca dovuta alla giovanissima età dei due ma risulta fresca ed accattivamente e può accattivare ogni pubblico. La bellezza delle tavole unita alla crudezza della storia riesce nel compito di incollare il lettore al volume, seducendolo ed abbandonandolo però sul più bello.
Una maggiore attenzione ad alcune fasi della storia avrebbero sicuramente reso l’opera più godibile e avrebbero dato uno slancio ulteriore al volume.
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