“The Wine Advocate” di Robert Parker ha dichiarato il Lacrimarosa Irpinia Rosato DOC di Mastroberardino tra i migliori al mondo
Di che colore è la vita? Per ognuno di noi ha un determinato colore e mille sfumature. Ma il vino, no. Può essere bianco, rosso o rosè. E il miglior rosè d’Italia ce l’abbiamo noi, in Irpinia. Lo produce Mastroberardino e si chiama: Lacrimarosa Irpinia Rosato DOC.
Recentemente, è arrivato un altro prestigioso riconoscimento per il rinomato vitigno aglianico, “The Wine Advocate” di Robert Parker, guru originario degli States della critica enologica mondiale, dopo aver degustato i vini rosati creati dalle differenti varietà di uve italiche, ha percepito nell’aglianico la migliore varietà italiana, in assoluto, per la produzione del rosato.
L’arduo compito di giudicare è toccato a Monica Lermer , responsabile italiana del magazine. Lei ha assaggiato 169 rossi italiani che comprendono 22 varietà di uva a bacca rossa. Tra questi ha decretato i primi cinque: L’Aglianico, il Montepulciano, Il Negroamaro, il Nerello Mescalese e il Sangiovese. L’ esperta ha dichiarato:
I rosati che derivano dall’Aglianico tendono ad essere più brillanti nel colore e decisi nella struttura. Le uve hanno dei tannini molto forti e naturali, e ciò è evidente anche quando il vino deriva da una macerazione con un breve contatto con le bucce.
Inoltre, la Signora Lermerm suggerisce come miglior abbinamento per i vini rosati derivati dall’aglianico, l’accostamento con carni bianche o zuppe a base di pesce.
“The Wine Advocate”, segnala solo due rosè ottenuti da aglianico, e uno di questi parla avellinese. L’impertore dei rosè è: il Lacrimarosa Irpina Rosato DOC Mastroberardino. Questo vino ha ottenuto il punteggio di 88/100, presentandosi, al palato, come un vino fresco ma deciso. Frutto di un coraggioso progetto di Antonio Mastroberardino. Infatti, l’imperativo è usare solo uve di aglianico cento per cento, selezionando alcuni territori delle tenute, solitamente adibiti alla produzione dei famosi bianchi (come la zona di Lapio quasi esclusivo demanio del Fiano). Sebbene si trovassero in aree, per vocazione, appartenenti ai grandi Taurasi, presentavano comunque caratteristiche similari per suoli, giaciture, altitudini, a quelli solitamente adibiti alla produzione dei famosi bianchi d’ Irpinia, come per la tenuta di Pietradefusi.
La Mastroberardino ha meritatamente di che brindare! Il suo Lacrimarosa è stato riconosciuto eccellenza d’Italia. Stappandone una bottiglia, ora nei calici verrà versato un vino fatto del rosa dei tramonti irpini, il verde della terra da cui è stato generato e il rosso della passione che i maestri vinai ci mettono per produrlo.