“Good Morning Freedom” – La voce della pace in diretta mondiale arriva a Napoli
Lunedì 14 aprile alle ore 11:00 presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, una diretta radiofonica globale per la pace aprirà ufficialmente le celebrazioni della X edizione di “Imbavagliati” , il festival internazionale di giornalismo ideato e diretto da Désirée Klain, che dal 2015 porta in Italia cronisti minacciati da tutto il mondo. Un evento senza precedenti, che unirà le onde radio di giornalisti, reporter, attivisti e speaker dalla Palestina, Siria, Messico, Burkina Faso, Ucraina e Ungheria . In presenza, testimoni da aree segnate da conflitti e repressioni, con interventi musicali e culturali, insieme a figure di spicco dell’antimafia.
Alle ore 15:00, “Good Morning Freedom” si unirà simbolicamente alla grande mobilitazione in Piazza Calenda, organizzata dal Trianon Viviani e dall’associazione “Fermatevi!” con Marisa Laurito, Nino Daniele e Désirée Klain. Un appuntamento per fermare il massacro di bambini, donne e uomini a Gaza e per ottenere la liberazione degli esseri umani tenuti in catene. Uniti per la pace, uniti per la libertà.
Il festival internazionale di giornalismo civile “Imbavagliati”, il “Trianon Viviani” e l’associazione “Fermatevi!”, lanciano un appello, anche attraverso una petizione da firmare: MOBILITIAMOCI PER FERMARE IL MASSACRO DI UOMINI, DONNE, E BAMBINI a Gaza, e per ottenere “LA LIBERAZIONE DEGLI ESSERI UMANI TENUTI IN CATENE “.
Marisa Laurito, Désirée Klain, Nino Daniele, Pasquale De Sena, Gianni Pinto, Igina di Napoli Antonio Roberto Lucidi, Angela Iannuzzi, Amalia Scielzo, Giulia Agrelli, Vitaliano Menniti, Monica Ruocco, Nicola Cotugno, Luciano Stella, Roberto Giovene e Maria Luisa Firpo invitano a firmare con urgenza il loro appello: «Se gli Stati, a partire da quelli europei, e il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non fermeranno il governo israeliano, Netanyahu ed i suoi ministri non si fermeranno. Ormai è chiaro agli occhi di tutti: l’inazione o peggio ancora la complicità della comunità internazionale rappresentano un vero e proprio semaforo verde agli eccidi contro la popolazione palestinese e alla sottrazione della loro terra.
I nostri governi non possono continuare a voltarsi dall’altra parte. Il progetto di deportazione dei palestinesi dalla striscia di Gaza si avvicina di più ogni giorno che la guerra miete vittime innocenti, che gli ospedali vengono distrutti, che gli aiuti umanitari sono tenuti fuori da una cintura ermetica nel tentativo di colpire con la sete, la fame e per assenza di medicinali la popolazione civile. La rottura della tregua, la ripresa delle ostilità pregiudica inoltre anche la vita stessa degli ostaggi, dei quali continuiamo a chiederne la liberazione così come chiediamo la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi illegalmente detenuti.
D’altronde la repressione delle manifestazioni dei familiari degli ostaggi da un lato e dall’altro la violenza e gli arresti indiscriminati in Cisgiordania – come nel caso del premio Oscar 2025 Hamdan Ballal – evidenziano la volontà di affrontare con la violenza e il sopruso ogni dissenso: L’esatto contrario di ciò che ci si aspetterebbe da una democrazia. Facciamo appello alla società civile italiana ed europea, ai Sindaci, alle forze democratiche ed associative, alle organizzazioni sindacali, agli intellettuali, artisti, uomini e donne di tutte le fedi, affinché levino forte la propria voce e si mobilitino in ogni città per costringere governi, Unione Europea e Onu ad assumere una immediata iniziativa politico-diplomatica per fermare il massacro.
Mobilitiamoci in ogni città per:
– un cessate il fuoco immediato e duraturo;
– la fine del blocco degli aiuti e l’assedio alla popolazione da parte israeliana;
– il varo di sanzioni economiche nei confronti d’Israele e la sospensione dell’accordo di partenariato Ue/Israele;
– il blocco reale di tutte le commesse di armamenti;
– il riconoscimento da parte dell’Italia e della Ue dello Stato di Palestina;
– l’adozione di “provvedimenti ombrello da parte della Ue” a protezione dei giudici internazionali della Corte e del tribunale dell’Aja dalle sanzioni e dalle ritorsioni decise dall’amministrazione USA».
FERMIAMO LE GUERRE IL TEMPO DELLA PACE ORA