In  nome dell’interesse che Terre di Campania ha sempre nutrito nei confronti del caso di Julian Assange, pubblichiamo il resoconto della conferenza stampa svoltasi l’8 febbraio presso l’ODG di Roma, consultabile al link https://www.odg.it/ultimi-giorni-per-assange-conferenza-stampa-allordine/54213

 

Tra il 20 ed il 21 Febbraio l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Julian Assange per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti. Se l’appello dovesse essere respinto, Assange potrebbe essere estradato immediatamente e lo attendono, senza ulteriori possibilità, 175 anni di carcere, solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista.

E’ stato questo il focus della conferenza stampa che si è svolta presso il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti a Roma, giovedì 8 febbraio, organizzata da Articolo 21, Free Assange Italia, La mia voce per Assange. Presenti  Fnsi, Usigrai,  l’Ordine del Lazio, Riccardo Iacona, Stefania Maurizi.

Il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli si è detto “orgoglioso di ospitare l’evento che non riguarda solo le sorti di Julian Assange ma che tocca i principi cardine della libertà di stampa. E’ una battaglia fondamentale per la difesa del giornalismo e per garantire a tutti i cittadini il diritto di essere informati, non solo sulle pagine chiare ma anche su quelle scure.”

“Abbiamo un giornalista in galera da 5 anni nella patria della democrazia, in Gran Bretagna, dove non sono stati concessi nemmeno i domiciliari – ha detto Riccardo Iacona –  Sarebbe la prima volta che un giornalista verrebbe processato in Usa con una legge che invece riguarda lo  spionaggio quando la sua ‘colpa’ è quella di aver semplicemente divulgato documenti riservati. Questa battaglia è importante anche in considerazione del fatto che le democrazie dimagriscono e le autarchie ingrassano”.

A moderare la conferenza stampa Vincenzo Vita, garante di Articolo 21, che ha ringraziato tutta la rete che sostiene la battaglia per Assange, ossia Articolo 21, “la mia voce per Assange”, No Bavaglio, Amnesty, Move on, Fnsi, Usigrai, rappresentata dal segretario Daniele Macheda; l’Ordine dei Giornalisti del Lazio presente con il Presidente Guido D’Ubaldo.

Tina Marinari di Amnesty ha sottolineato come “l’unica persona che viene processata per i crimini di guerra denunciati da Assange è Julian Assange. Paradossale. Ricordiamoci che questo giornalista, questo detenuto ha subito la violazione di tutti i diritti umani, compreso quello di difesa. La battaglia per la liberazione di Assange è fondamentale per noi”.

Stefania Maurizi, autrice di un libro sulla vicenda, ha spiegato: “C’è il rischio reale che Assange possa finire in un regime di detenzione assolutamente degradante. Questo è un caso assolutamente avvolto nel segreto. Chi prova ad accedere agli atti di questo caso trova ostacoli incredibili. La colpa di Assange è di aver fatto un giornalismo focalizzato non solo sui crimini di guerra degli Stati Uniti,  in Iraq e Afghanistan in particolare, ma anche  sui crimini dei talebani. Si vuole farlo apparire come uno che vuole distruggere gli Stati Uniti e questo non è vero”.
Per Giuseppe Giulietti, coordinatore di Articolo 21: “Sbagliano i giornalisti che pensano che questo sia un affare della famiglia Assange, i bavagli generano contagio. Assange non è un caso estremo, è un caso terribile ed ha a che fare con la libertà di stampa, ma anche con altro, con la pace per esempio, col massacro di Gaza. Facciamo un appello comune per dare una scorta  mediatica anche ad Assange, facciamo un appello al sindaco di Roma perché gli sia data la cittadinanza. E’ un problema dell’informazione ed anche la Rai non può oscurare Assange”.

Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi, ha ricordato che decine di associazioni europee di giornalisti  hanno consegnato ad Assange la tessera onoraria, “la battaglia per Assange – ha affermato – è una battaglia per la libertà dell’informazione e per la democrazia e riguarda tutti, non solo i giornalisti”.

Un appello ad un’azione coordinata di solidarietà per Assange è giunto, in conclusione, dalla segretaria nazionale dell’Ordine Paola Spadari

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