Un Soul ben mescolato al tocco Vaporwave, un EP conciso ma che fa da gran biglietto da visita alla giovane band campana.

L’avevamo già detto quando parlammo del singolo d’annuncio dell’EP: i SoulFtaara piacciono, ed è davvero difficile pensare che possano non piacere.
Anzitutto per la vitalità dei brani. Il piede destro lo si batte a prescindere, quando si ascolta un loro pezzo. E se pensate solo al piede destro… beh, attenzione agli arti superiori, che probabilmente starete già schioccando le dita a tempo (attenzione solo a non schioccare sull’1 e sul 3…!).

Battute di dubbio gusto a parte, i SoulFtaara ci regalano un EP rappresentativo, dove tutti gli elementi, già ampliamente riscontrabili nel singolo Banalità, ritornano a galla e si mettono in bella vista.
La band, come scritto, gioca sul Soul, ma le influenze sono tante a tal punto da poter tranquillamente evitare di applicare una singola, mera etichetta.
L’EP Diverso gode inoltre di un altro fattore estremamente positivo: il minutaggio! Tutto l’EP è ascoltabile in meno di venti minuti, e i quattro brani scorrono lisci come l’olio. E’un dettaglio assolutamente rilevante, specie perché non bisogna mai sottovalutare quella fascia di pubblico che tende allo Skip facile.

Diverso, invece, si lascia ascoltare tranquillamente, non stanca, e vi fa venir voglia, magari nell’arco di una stessa giornata, di riascoltare periodicamente anche solo uno dei quattro brani. Personalmente, ad esempio, i pezzi che più hanno catturato la mia attenzione e che riascolto ciclicamente sono Banalità e Complicazioni. Nulla da ridire sugli altri due brani, anzi! Di base, infatti, c’è proprio il gusto personale, ma il mio esempio vi sarà utile a capire proprio quanto detto sopra.

La giovane band all’esordio con questo EP (ma anche già col singolo di presentazione) si è subito dimostrata riconoscibile e unica. Tra una voce, quella di Letizia Vitagliano, calda e carichissima, e una gran tecnica musicale da parte tutti gli altri membri, non posso che riconfermare che sì, i SoulFtaara ben si distinguono dal resto del panorama musicale italiano, e giocano quindi bene le proprie carte.

Di fondo, infatti, non si può neanche pensare ad un primo lavoro “un po’ acerbo”, come magari spesso si potrebbe dire di altri artisti alle prime armi. Qui si ha l’idea di una band già rodata e che già ben sa il fatto suo.
Certo, rimane la prova decisiva, quella di un primo album… ma fino ad allora, zero pressioni, e solo tanti complimenti per una band che ha dato il via al proprio percorso con una produzione ben riuscita e in cui si percepisce già un’anima forte.

Cosa aggiungere? Nulla, ora tocca a voi. Andate (anzi, andiamo!) a battere il piede destro al ritmo del Soul campano!

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