Procida è stata ufficialmente eletta come Capitale italiana della Cultura per il 2022. Noi ne gioiamo, e facciamo tesoro di quella verità riportata sul dossier di candidatura dell’isola campana alla competizione: “la cultura non isola”.
In questi giorni di clima incerto, un po’ di luce c’è comunque stata per la Campania. Una luce che, mai forse come in questa circostanza, riporta subito alla mente una profonda idea di Speranza. Procida eletta Capitale italiana della Cultura per il 2022 (l’anno indicato da molti come “anno della effettiva ripartenza”) costituisce il primo, formidabile passo verso un’Italia, ma anche e soprattutto una Campania, pronte nuovamente a correre dopo tutto quel che c’è stato, e che ancora – ahimè – si perpetra e che, però, senz’altro terminerà.
Ma ora, lasciando da parte una retorica che – mi concederete – è stata dettata un sentimento di speranza che mai ha da vacillare (ma che, anzi, sempre va rimarcato), facciamo un passo indietro, torniamo all’inizio della storia. Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022: che significa? Com’è successo? Perché del 2022, e non del 2021?
La competizione volta a decretare la Capitale della Cultura in Italia nasce nel 2014, anno in cui a vincere fu Matera che, attenzione, non fu eletta come Capitale della Cultura per l’anno successivo, il 2015, bensì per il più lontano 2019. La validità dei dossier proposti dalle altre finaliste, però, spinse a riproporre questa interessante gara annualmente, e per il 2015 si decise di premiare tutte le rimanenti finaliste dell’anno precedente (nello specifico: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena). Da lì, le successive vincitrici sono state Mantova per il 2016, Pistoia per il 2017, Palermo per il 2018, la già citata Matera per il 2019 e Parma per il 2020 con estensione anche per il 2021 data l’emergenza sanitaria. Ecco perché il passaggio del testimone da Parma a Procida avverrà non prima del 2022.
Procida ha primeggiato su altre nove finaliste (Ancona, Bari, Cerveteri (RM), L’Aquila, Pieve di Soligo (TV), Taranto, Trapani, Volterra (PI), Verbania) proponendo un programma – dal già citato titolo “La cultura non isola” – che è stato giudicato positivamente dalla giuria di riferimento, cui ha fatto da presidente Stefano Baia Curioni, che si è espressa così:
“Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono”.
La vittoria porta con sé anche un premio: un milione di euro, da usare come fondi per tutto quanto fosse stato descritto all’interno del dossier di candidatura dell’isola campana.
In coda all’articolo, permettetemi di aggiungere che questa notizia ha un valore davvero al di sopra di ogni scala. Sapere che in questi giorni, così come poi sarà per tutto il 2022, Procida e la Campania tutta hanno avuto modo di risplendere in tal modo rende orgogliosi e genuinamente felici dal profondo del cuore tutti coloro che la bellezza di queste terre la ricercano in ogni dove, sforzandosi di trovarla sempre, anche lì dove può essere difficile. In una terra dove si cerca sempre luce da contrapporre al buio, riempie il cuore pensare che, forse anche solo per qualche attimo, quella stessa luce e la sua meraviglia abbiano potuto adagiarsi ovunque nella nostra terra: in ogni via, in ogni più piccolo comune, in ogni isola, in ogni punto dell’anima di queste Terre di Campania.