Re Panettone premia Caserta e la Campania, medaglia d’oro al soffice alla mela annurca e cannella
Che il panettone non sia più quello di una volta è opinione ormai nota e assai diffusa: la ricetta tradizionale, anche se non sempre votata all’innovazione o al progresso, diviene sempre più curata, di maggiore qualità, arricchita di tecniche ortodosse di lavorazione e scelta delle materie prime. Ingredienti e gusti poi fanno il resto: dal pistacchio alla rosa, dalle noci caramellate e i marroni al rosmarino e alla salvia o ai mandarini caramellati a freddo. L’élite dei panettoni artigiani «Re Panettone» per l’edizione partenopea 2017 della manifestazione ha deciso di premiare la Campania tra 25 pasticcerie e “soffici” giunte da tutta Italia.
Il Miglior Panettone Innovativo è di casa a Caserta. Sul podio sale la 24enne Angela Padovano di Tenerità, il suo lievitato alla mela annurca Igp, noci caramellate e cannella ha sbalordito i giudici, che le hanno giudicato la medaglia d’oro. La commissione guidata da Antonio Tubelli, cuoco e storico della cucina, e composta dai giornalisti Santa Di Salvo, Benedetta Gargano e Vincenzo D’Antonio, dal pizzaiolo Ciro Salvo, maestro dell’impasto, e dal Pasticciere Ciro Scarpato, ha stimato alla cieca le realizzazioni dei 24 pasticcieri intervenuti alla kermesse di stanza al Grand Hotel Parker’s (corso Vittorio Emanuele).
Medaglia d’argento per Giovanni Saviozzi della pizzeria Farina del mio Sacco di Cascina (Pisa) che, in qualità di pizzaiolo, ha proposto un panettone cotto nel forno a legna con noci e fichi di Carmignano al Vinsanto; bronzo per Antonio Cera di Forno Sammarco da San Marco in Lamis (Foggia) che si è distinto per un originale Panettone con barbabietola rossa, timo selvatico e pepe bianco.

La terza edizione di Re Panettone, format concepito da Stanislao Porzio, si è svolto a Napoli concludendosi ieri domenica 3 dicembre. Ciascuno dei panettoni iscritti a Re Panettone ha dovuto rispondere a rigorosi requisiti: esclusivamente artigianali, prodotti senza ingredienti che ne accrescano artificialmente la vita (i conservanti e i mono- e digliceridi utilizzati dall’industria), né semilavorati che ne facilitino la produzione artigianale, omogeneizzandone i sapori (lieviti disidratati e mix).
Partecipe all’evento anche l’Associazione Italiana Sommelier che ha presentato e proposto gli abbinamenti panettone-vino in laboratori ad hoc aperti a tutti accanto alle Prove d’Artista: show cooking live di diverse ricette della pasticceria lievitata. Alla postazione si sono avvicendati alcuni pasticcieri in sessioni di circa 45 minuti per esporre al pubblico tecniche di impastamento e cottura, piccoli segreti del mestiere e ricette. La cornice di questa gustosa degustazione di panettoni è stato, ancora una volta, il Winebar ben curato dall’Associazione Italiana Sommelier Delegazione di Napoli e Wine&Thecity dove hanno dominato un’ampia selezione di vini dolci, passiti e spumanti del Consorzio di Tutela dei Vini del Sannio e le grappe di Distilleria Marzadro.
I Panettoni, forse, hanno una nuova casa, i Panettoni ‘emigrano’, anzi nascono, in Campania.
C’è tutto quel che la signora Permaneder aveva sognato nei giorni delle sue speranze. Tutto: perché in sala da pranzo la cameriera – con precauzione e senza acciottolio che disturberebbe la cerimonia di là in sala – riempie di cioccolata bollente e di panna montata un’infinità di tazze dal manico dorato a forma di conchiglia, allineate su un immenso vassoio rotondo; mentre Anton, il domestico, affetta un panettone torreggiante, e la signorina Jungmann dispone confetti e fiori freschi in coppe d’argento.
(Thomas Mann)