Il Rione Piazza ha sfilato col corteo di Penitenza nella quarta giornata dei Riti Penitenziali in Onore dell’Assunta. Ecco come è andata.

“Ogni sette anni gli abitanti di Guardia Sanframondi, piccolo borgo medioevale, danno vita ad un evento non facilmente descrivibile […]”.

Così il Rione Piazza ci introduce il proprio operato per i Riti Settennali del 2017 e il concetto non poteva essere più veritiero.

Il Rione Piazza è il cuore del paese. Si sviluppa infatti principalmente nel centro storico abbracciando la chiesa che lo rappresenta: Ave Grazia Plena. Nasce come semplice cappella nel XV secolo e viene ingrandita nel 1511 e poi ricostruita in seguito al terremoto del 1688. Fu la prima chiesa del paese e anche la più frequentata. Attualmente non più in uso, resta comunque il luogo di ritrovo dei Rione Piazza in occasione dei Riti Settennali.

Trattandosi della porzione di paese più antica e avendo questo sviluppato un’ampia periferia di nuove costruzioni, la popolazione che abita il perimetro del Rione Piazza è ormai poca. Ciononostante la partecipazione e il contributo continuano a non mancare.

STENDARDO

Apre il corteo lo stendardo rionale raffigurante l’immagine della Madonna dell’assunta. Ad accompagnare il gonfalone un piccolo corteo di angeli e vergini.

AD JESUM PER MARIAM

Si arriva a Gesù attraverso Maria. Questo primo quadro vuole rappresentare la misericordia di Maria, come ella sia un rifugio per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e di sostegno.

ADAMO ED EVA

Nonostante Dio avesse detto di non farlo, Eva si lasciò tentare dal serpente e mangiò la mela dell’albero della vita. Allo stesso modo Adamo si lasciò tentare da lei. Dimostrarono così di volere l’unica cosa che Dio gli aveva negato. Questa rappresentazione vuole ricordare la differenza tra il bene e il male e quanto sia facile lasciarsi tentare da ciò dalle svariate forme del male.

L’IRA DI MOSÈ

Mosè si trovava sul monte Sinai già da 40 giorni per ricevere la legge da Dio ed il suo popolo, stanco della sua assenza chiese al fratello di dar loro un dio che li guidasse. Egli raccolse tutto l’oro disponibile e fece fabbricare un vitello d’oro proclamandolo il nuovo Dio d’Israele. Il popolo allora fece festa e quando Mosè fece ritorno, vedendo ciò che stava accadendo si adirò e scagliò le tavole ai piedi della montagna. Bruciò il vitello sul fuoco fino a ridurlo in polvere. Il mistero immortala il momento dei festeggiamenti del popolo intorno al vitello d’oro e l’ira di Mosè nell’atto di scagliare le tavole della legge.

ABRAMO E MELCHISEDEK

Abramo fu scelto da Dio per aiutarlo a svelare i misteri del Mondo. Viaggiò tanto e aspettava con gioia le indicazioni divine. Il quadro rappresenta un episodio in cui Abramo, di ritorno dalla battaglia di Chedorlaomer, riceve ospitalità e alleanza di pace da Melchisedek, re di Salem. I simboli di questa alleanza sono il pane e il vino.

DEBORA E GIAELE

L’aneddoto che si cela dietro la figura di queste due donne vuole rappresentare il sostegno del Signore anche nelle situazioni di debolezza. L’episodio riguarda infatti il momento in cui Asor, una città stato degli indigeni Cananei minaccia gli israeliti della Galilea. Il suo re decide di armare l’esercito guidato dal generale Sisara mentre le tribù ebraiche mettono a comando il generale Barak. In questo scenario si colloca Debora, una “profetessa” che forte del sostegno del Signore invita le truppe ebraiche a lottare per la libertà. Durante la battaglia a causa di un forte temporale le truppe del re di Asor sono costrette a fermarsi e il generale Sisara fa rifugiare le sue truppe in un accampamento beduino. Il generale fu accolto da Giale, moglie di un Kenita e schierata dalla parte dei più deboli. Mentre gli offre ospitalità gli pianta un picchetto nella tempia e mostra al generale delle tribù ebraiche il suo cadavere. Il Signore aveva combattuto quella guerra con le armi cosmiche e sostenendoli, ha liberato i deboli dall’oppressione.

LA FIGLIA DI JEFTE

Jefte, capo militare e politico degli Istraeliti, in vista di una battaglia contro gli Ammoniti giurò che se avesse vinto avrebbe sacrificato la prima persona che gli fosse venuta incontro di ritorno a casa. Malauguratamente questa persona era la figlia, che avanzando come da tradizione con un gruppo di donne danzanti accolse il ritorno del padre dalla battaglia. Iefte vedendo la figlia si ricordò della promessa fatta e dopo averle dato tempo per prepararsi a morire, la sacrificò a Dio.

SAMUELE CONSACRA RE DAVIDE A BETLEMME

Samuele dedicò la sua intera vita a Dio e seguiva i suoi messaggi ed insegnamenti. Il popolo di Israele, sentendosi indifeso davanti alle minacce dei filistei, chiese a Samuele di trovare loro un re. Dopo un poco fortunato tentativo con un uomo apparentemente pronto al ruolo di nome Saul, Dio conduce Samuele sulla strada di Davide a Betlemme. Era un giovane dall’aspetto mite e di natura appassionata. Il mistero vuole consacrare questo momento. Samuele che proclama Davide Re di Israele.

DAVIDE E GOLIA

Davide era un giovane pastore dalla fisionomia esile. Gli Ebrei in qel tempo erano in lotta con i Filistei e Golia, un omone grosso ed irruento spesso provocava gli Ebrei. Davide chiese al re d’Israele, Saul di poter duellare con lui. Egli lo lascia fare e contro ogni aspettativa, senza alcuna armatura e con in mano solo una fionda e dei ciottoli, riesce a sconfiggere Golia.

GIUDITTA E OLOFERNE

Quando gli Israeliti si rifiutarono di aiutare Nabucodonsor, re di Babilonia, nella lotta contro i Persiani, questo mandò il comandante Olofrene in spedizione punitiva. La vedova Giuditta, capendo il pericolo a cui la città si sarebbe sottoposta, riuscì ad ammaliare il comandante e durante un banchetto, rimasta sola con lui, con una spada gli mozzò la testa. Le truppe nemiche si ritirarono e Giuditta ringraziò il Signore del suo sostegno. Nel quadro è ritratto il momento in cui Giuditta ammalia Olofrene.

LA PRESENTAZIONE DI MARIA AL TEMPIO

Questo mistero ritrae il momento in cui Maria, all’età di soli tre anni venne condotta al tempio di Gerusalemme per essere consacrata a Dio. Ella era destinata ad avere particolare rapporto con Dio.

L’ANNUNCIAZIONE DI MARIA VERGINE

Il momento in cui Maria diviene ad opera di Dio madre di tutti i viventi e discepola del suo stesso Figlio.

CORO

Come per gli altri rioni, il coro del Rione Piazza, in occasione del corteo di Penitenza presenta la prima delle tre canzoni preparate appositamente per i Riti Settennali in Onore dell’Assunta. “Signore mia luce” è il canto di Penitenza, “E tu, sei in me” quello di Comunione, mentre “Salve Regina” è il canto preparato per il giorno dell’apertura della “lastra”, la nicchia in cui è custodita la statua dell’Assunta. Il Coro del Rione Piazza viene diretto dal 2003 dal Maestro Michelangelo Malgieri che è anche l’autore delle loro canzoni.

GESÙ TENTATO NEL DESERTO

Dopo il suo battesimo Gesù va nel deserto e vi rimane per quaranta giorni. Qui viene tentato dal diavolo per ben tre volte. Con la prima tentazione il diavolo lo invita a trasformare le pietre in pane, sfidandolo a dimostrare di essere il figlio di Dio. Nel secondo lo invita a buttarsi dal punto più alto del tempio di Gerusalemme se fosse stato certo dell’intervento divino. Nella terza tentazione, il diavolo mostra a Gesù tutti i beni materiali del mondo promettendoglieli.

SANTA MARIA MADDALENA (Noli me tangere)

Maria piangeva vicina al sepolcro vuoto. Gesù le apparve e le chiese perché piangesse. Quando ella capì che si trattava del Maestro egli le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito dal Padre […]”

LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALI

In questo mistero sono rappresentate le opere di misericordia corporali:

-Dar dare da mangiare agli affamati

-Dare da bere agli assetati

-Ospitare i pellegrini

-Vestire gli ignudi

-Visitare gli infermi

-Visitare i carcerati

-Seppellire i morti

MARTIRIO ED APOTEOSI DI SANTA LUCIA

Lucia, devota di Dio, era stata promessa in sposa. Ella aveva fatto voto di serbarsi vergine per amore di Cristo. Riuscì ad ottenere del tempo prima delle nozze. Nel frattempo sua madre si ammalò e Lucia la portò sulla tomba di Sant’Agata a cui era molto devota. La madre ne tornò guarita e concesse alla figlia di svincolarsi dal fidanzamento e di donare la dote ai bisognosi. Era un periodo di persecuzione dei cristiani e, quando il promesso sposo per vendicarsi ne denuncia la fede, ella viene condannata a morte.

 

LA RINUNCIA DI SAN FRANCESCO

Francesco, di famiglia nobile e abituato agli agi, dopo aver aiutato i lebbrosi, decise di convertirsi al Vangelo. Condusse una vita dedita al prossimo e in povertà. In questo mistero possiamo vedere Francesco che si spoglia dalle sue ricche vesti. Sul fondo della scena troviamo Chiara, che dopo l’incontro con Francesco, decise di seguire il suo esempio spogliandosi dei propri averi e conducendo una vita dedita a Dio.

LO SPOSALIZIO MISTICO DI SANTA CATERINA

Caterina ha meno di 15 anni quando decide di voler diventare suora. Dapprima i genitori si opposero ma poi, persuasi dalla sua devozione tentarono di farla entrare in un monastero. L’impresa non fu semplice poiché ritenuta troppo giovane. In seguito Caterina si ammalò gravemente e il suo volto si raggrinzì. La giovane pregò la madre di tornare a chiedere di farla entrare nella confraternita e le sorelle, commosse da tale ardore l’accolsero tra loro.

IL PERDONO DI SANTA RITA

Margherita, da tutti chiamata Rita era una fanciulla docile e di buon cuore. Da sempre molto devota desiderava prendere i voti ma venne invece data in sposa dai genitori ad un marito violento con cui ebbe due figli. Rita riuscì a convertire suo marito ma dopo 18 anni di unione venne assassinato. La famiglia del marito e i suoi figli volevano vendetta ma lei non rivelò il nome dell’assassino, chiedendo loro di perdonare. Chiese a Dio di farli morire piuttosto che fargli commettere un tale crimine. Di lì a poco questi morirono e, ormai vedova, tentò di entrare nel Monastero di Cascia. Fu rifiutata per ben tre volte per la sua condizione vedovile. Dopo aver rimesso la pace tra le due famiglie Rita fu accolta in monastero.

SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI

Francesca desiderava diventare una suora ma venne rifiutata a causa della sua salute debole. Accettò però di accudire un orfanotrofio e ben presto co altre compagne, costituì il primo nucleo di Suore missionarie. Il Papa le parlò della drammatica situazione degli italiani emigranti in America ed ella vi si diresse per prendersi cura di loro. Lavorò a numerosi progetti in terra americana quali, scuole, case e un grande ospedale. Fu definita la “madre degli emigranti”.

EDITH STEIN

Proveniente da una famiglia ebraica ortodossa, nonostante da adolescente si fosse proclamata atea, a seguito della lettura della vita di santa Teresa d’Avilia , abbandona l’ebraismo e si converte al cattolicesimo. Grande studiosa, sarà insegnante in diversi istituti. Nel 1934 entra nel convento carmeliano di Colonia col nome di Teresa Benedetta della Croce. Fu mandata nei paesi bassi per sfuggire alle minacce naziste ma Hitler ordinò l’arresto dei convertiti ebraici. Fu catturata insieme a sua sorella Rosa ed entrambe vennero portate ad Aushwitz. Furono entrambe assassinate il 9 agosto 1942.

IL MARTIRIO DELL’ARCIVESCOVO ROMERO

Un quadro dedicato alla forza e al coraggio dell’arcivescovo dI San Salvadoro. Denunciò le violenze della dittatura militare del suo paese e per questo fu assassinato da un cecchino degli squadroni della morte nel marzo del 1980 mentre celebrava messa. È stato proclamato beato.

PADRE MARZIO PICCIRILLO

Questo mistero è dedicato all’Arciprete di Guardia Sanframodi. Fu proclamato tale nel 1625. Saggio e caritatevole fu una grande guida spirituale per un popolo che sentiva essere avvolto dall’ignoranza e dalla superstizione. Si dedicò ai giovani, ai poveri e lottò contro i matrimoni d’interesse. Cercò di combattere la piaga dell’alcolismo che dilagava in quel periodo. San Filippo è stato proclamato patrono del paese. Un uomo di fede dedito al prossimo e dal cuore grande e generoso.

L’ANGELO CUSTODE

L’incantevole rappresentazione di un angelo che protegge un bambino portandolo per mano sulla strada del bene contro il male. Dio ha messo al nostro fianco un angelo per custodirci.

L’ANIMA INNAMORATA DEL SS. SACREAMENTO

Anche il Rione Piazza dedica un suo quadro all’importanza e la celebrazione dell’Eucarestia.

L’ANGELO DELLA PACE

Un messaggio forte di speranza. La pace nel mondo. Contro ogni diversità, senza alcuna barriera, tutti uniti nel segno dell’amore del Signore.

Flagellanti

I flagellanti chiudono il corteo del Rione Piazza. Anime devote incappucciate, offrono alla Madonna la loro devozione attraverso questo gesto di penitenza. Percuotendosi la schiena incedono lungo le strade del rione, inneggiando l’amore della Vergine Assunta.

“[…] non facilmente descrivibile…” è stata la definizione del Rione piazza dei Riti e non poteva essere “decritto” in maniera più saggia. Per quante parole mi sia apprestata a usare nei miei articoli dedicati a questa manifestazione, non riuscirò mai a trasmettere a pieno le emozioni, i veri colori e l’atmosfera che sprigiona. Si possono descrivere le scene che i misteri rappresentano ma non si può regalare a chi legge l’emozione che ne scaturisce. L’unico vero modo per conoscere i Riti è viverli. Assistere alla “magia” di un popolo che per una settimana mette in pausa la propria quotidianità e si riunisce per dare vita ad un indescrivibile momento di fede e devozione, lasciandosi semplicemente avvolgere dal calore che emana. 

La quinta giornata vedrà sfilare il corteo del Rione Piazza in Comunione e sabato si assisterà alla celebrazione dell’Apertura della lastra. La nicchia dove è custodita l’Assunta verrà finalmente aperta e, dopo sette anni, domenica sarà pronta a passeggiare per le strade del paese tra le braccia del suo popolo.

 

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