L’appuntamento con la seconda edizione del Versus festival, il festival internazionale del documentario di viaggio e del cammino, ha avuto degli incontri inaspettati, sorprendenti. Come un viaggio, per l’appunto.

Il primo giugno, all’abbazia benedettina di San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, Maria, volontaria di questa meravigliosa manifestazione, brezza leggera di un Sannio che vuole cambiare, presenta Kamal e i suoi compagni di viaggio agli indigeni del Versus.

Un incontro memorabile, che se fosse stato programmato in funzione di una progettualità non avrebbe avuto una tale genuinità e completezza.

Maria, Kamal e i suoi compagni di viaggio giungono all’abbazia benedettina percorrendo la via Francigena del Sud, da Telese Terme, luogo in cui soggiornano gli emigranti. Proprio come Sant’Anselmo d’Aosta, che nel 1908 giunge in Italia, a San Salvatore Telesino, per ritrovare un amico e lavorare al suo libro, Cur Deus Homo.

La permanenza del filosofo camminatore presso l’abbazia non durò a lungo perché altre missioni, altre terre aspettavano i suoi piedi. Come la seconda edizione del festival, improntata sull’accoglienza dei viandanti, e organizzata con l’obiettivo di rendere fruibile, a titolo gratuito, il documentario prodotto da un progetto diretto da Antonello Carbone durante la prima edizione della rassegna, avvenuta lo scorso giugno, con soggetto e sceneggiatura di Guido Lavorgna e Raffaella Vitelli.

La preziosa accoglienza termina con le parole di Sant’Anselmo d’Aosta, a cui il Versus Festival ha dato forma e colore: “Il mio viaggio in qualche modo possa favorire la libertà”.

la Viandante

Commenta