Sabato 13 gennaio in Piazza Municipio, dalle ore 11, continua l’evento “Fermare la strage dei bambinꞛ a Gaza”.
Dopo gli eventi del 7 e del 10 gennaio, durante i quali donne e uomini di buona volontà hanno già firmato l’appello del filosofo Aldo Masullo per Napoli città di Pace, un nuovo incontro pianterà ancora semi di Pace.
Promuovono l’evento Amnesty International Italia, AOI, Un Ponte per, Articolo 21, la community Fermatevi, insieme a Marisa Laurito, con il Patrocinio del Comune di Napoli e il Patrocinio morale della Regione Campania. Tante le adesioni di istituzioni culturali pubbliche e private, unite per far sì che la visione di Aldo Masullo possa finalmente tradursi in opera concreta.
Le parole di Claudio Scamardella, giornalista e autore del libro intervista con Aldo Masullo, Napoli siccome immobile (Guida 2008), e di Nino Daniele, principale promotore della Community Fermatevi, Resistenti per la pace! ci aiutano a comprendere il senso e la necessità di una mobilitazione culturale che da qualche mese sta aggregando le voci più autorevoli di Napoli e non solo.
“Fare di Napoli la sede permanente e accademica per la costruzione della pace nel mondo. La pace vera, sicura, non si consegue nell’aperto delle strade con i cortei, e neppure nel chiuso delle cancellerie con il lavorio diplomatico, azioni utili ma limitate all’immediato. La pace, condizione di una umanità sempre più accomunata nella relazione tra le sue differenze, è cultura. E bisogna costruirla pezzo per pezzo, con perseverante pazienza, formando in tutti i settori competenze specifiche per le professionalità coinvolte nell’opera della pace, e al tempo stesso esercitando le persone a comprendere la pace, a sentirla come il proprio unico destino possibile».
Quindici anni fa, quando sembrava inimmaginabile lo scoppio di una guerra (anche) nel cuore dell’Europa, Aldo Masullo lanciò nel libro-intervista “Napoli siccome immobile” l’idea di dar vita in città a un’Accademia internazionale per formare e preparare tutte le figure professionali necessarie a costruire e a mantenere la pace tra gli uomini, le nazioni, le civiltà, le religioni. Oggi, di fronte all’inarrestabile escalation militare in Ucraina, alla tragica guerra tra Israele ed Hamas con il suo spaventoso carico di vittime civili innocenti, a conflitti disseminati in tutto il mondo che hanno spinto le principali autorità morali, religiose, istituzionali a parlare di una terza guerra mondiale a pezzi, al concreto rischio di un ricorso alle armi nucleari, emerge in tutta la sua gravità l’assenza di una rete sistemica capace sia di scongiurare in anticipo i conflitti, sia di organizzare in modo tempestivo tutte le azioni utili a interrompere lo scontro militare.
“Il serio, organizzato, sistematico lavoro per la pace – scriveva Masullo – comporta un’inedita impostazione di politica della formazione e della ricerca, con la sperimentazione di tecniche per la soluzione dei conflitti e l’elaborazione di valori civili fondati sulla realistica consapevolezza che, stante la potenza tecnologica e l’impotenza di razionale controllo su di essa, o ci salviamo tutti o tutti ci perdiamo. Napoli, con le sue prestigiose Università, istituzioni anche private di alta cultura e ricerca già orientate in questo senso, istituti filosofici di respiro mondiale, ha tutte le carte per attribuirsi questa “missione”. In tutto il mondo non c’è una città della pace, un luogo permanente d’incontro in cui si costruiscono gli strumenti specifici, specialistici per contribuire e concorrere alla costruzione della pace».
Una missione offerta a Napoli da cultura, storia, tradizione e anche posizione geografica. “Essere al centro del Mediterraneo è strategico. Il più grande molo proteso nel Mediterraneo è Napoli, come se si affacciasse a tender la mano a tutte le altre terre rivierasche. Cominciamo dalle Università – proponeva Masullo -: potrebbero convogliare parti consistenti delle proprie risorse intellettuali e finanziarie, scientifiche e didattiche, nella collaborazione con altri istituti di cultura e di ricerca della Campania, ed elaborare profili professionali mirati alla costruzione della pace. Economisti, geografi, psicologi, letterati, medici e ingegneri, organizzatori di eventi, diplomatici, interpreti, tutti specializzati nel modificare situazioni fisiche e morali in vista della pace, dovrebbero potersi formare in una forte concentrazione d’istituti. Non c’è settore del sapere che non valga la pena di essere coltivato in funzione di una finalità suprema come la pace. Questa oggi non è più soltanto un nobile obiettivo, ma è condizione di sopravvivenza della nostra umanizzata natura e della stessa specie umana».
Nel centenario della nascita di Aldo Masullo, che coincide con il secondo anno dell’invasione della Russia in Ucraina e con gli inquietanti segnali di un allargamento del conflitto, con le terribili vicende che insanguinano i luoghi “ sacri” alle tre religioni monoteiste, con il dilagare di conflitti bellici e violenze, ci sembra quanto mai attuale rilanciare questa “missione” per Napoli. E sollecitare i vertici delle istituzioni politiche e culturali della città a mettere in campo tutte le iniziative per concretizzarla.