Il 13 gennaio, nella Chiesa dell’Annunziata in Marigliano, un’intensa interpretazione della storia del Santo Patrono della Città.

San Sebastiano martire è il patrono della città di Marigliano, in provincia di Napoli. Non sappiamo con precisione da quando, ma il culto del Santo in qualità di Patrono è di sicuro attestato fin dalla fine del 1500, con la presenza di una statua del Santo nella Chiesa Collegiata Santa Maria delle Grazie.

Per il terzo anno, il Parroco Don Lino d’Onofrio celebra la novena in onore del Santo, la cui festa cade il 20 gennaio, con un evento, FENOMENOVENART, che abbina la Fede all’Arte, intesa quale mezzo laico per avvicinare maggiormente alla conoscenza di San Sebastiano e dell’importanza del Santo, Uomo di Dio, nel quotidiano personale di ciascuno.

Anche quest’anno FENOMENOVENART prevede, dall’11 al 19 gennaio, la presenza di un artista la cui opera aiuti a comprendere maggiormente la testimonianza di fede spinta fino al Martirio.

Nel terzo giorno della novena, il 13 gennaio, dopo la presenza di Peppe Capasso e di Ugo Cordasco, le cui opere si possono ammirare nella Chiesa dell’Annunziata, il testimone è passato a Maria La Mura, un’artista poliedrica che ha unito al prodotto artistico una personalissima performance che è diventata racconto palpabile.

Maria La Mura, attraverso l’opera performante Feconda Fede, ha raccontato, danzando lungo la navata, la possibilità di vita, rappresentata dal bianco di un lungo velo che la accompagnava, come rinascita dalla morte, simboleggiata da velo nero dal quale l’artista è emersa, munita di frecce di legno. Ciascuna freccia, spezzata in ginocchio davanti ad uno dei presenti, può essere letta come la sfida di trasformare lo strumento del martirio, da simbolo di dolore e male, in occasione di vita nuova. Il corpo dell’artista è divenuto tempio di meditazione, talora librata nello spazio, talaltra raccolta su se stessa, fino a coinvolgere alcuni dei presenti e a correre fuori, nella piazza antistante la Chiesa, quasi a voler portare a tutta la comunità cittadina il messaggio di Speranza che Maria La Mura ha voluto esprimere. La performance, accompagnata da musica, si è conclusa presso il nucleo centrale dell’opera, una fonte di luce realizzata in ceramica, circondata da punte di lancia in embrione, anch’esse in ceramica, come pure le gocce d’acqua espandentesi in forma circolare, a significare il cerchio che una sola goccia di Amore e di Fede può generare. Frammenti di luce, realizzati con materiali di scarto, sono il dono che ciascuno ha ricevuto, prendendone dalle tante che circondavano l’opera.

Un’interpretazione intensa e coinvolgente, apprezzata da tutti i presenti. Fino al 19 si succederanno ancora, nell’interpretazione della presenza di San Sebastiano, Vittorio Iavazzo, Rosanna Iossa, Giacomo Savio, Nunzio meo, Diana D’Ambrosio, Oreste Asà Silvestrino & C.

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