Il monumento funerario, a pochi metri da un altro simile, è in asse con la necropoli di Porta Nocera
Carlo Avvisati
A ‘bocce ferme’, come si dice, quello che in molti tra i media non hanno messo a fuoco circa il monumento funerario pompeiano del quale è stato appena comunicato il rinvenimento, che tuttavia risale a qualche mese fa, è che ci troviamo di fronte a un dato molto importante per la mappatura di quanto esisteva all’esterno della cinta muraria. La sepoltura, situata nell’area detta di “viale San Paolino”, è stata ritrovata durante i lavori di ristrutturazione degli edifici demaniali prossimi a Porta Stabia. Questa tomba, che da una iscrizione risulta appartenuta a Numerio Agrestino, militare, per due volte duoviro e tribuno degli Autrygoni, dista pochi metri da un’altra, molto simile per la tipologia “a schola”, ovvero il monumento funerario attribuito a Gneo Alleio Nigidio Maio, il princeps (principe) degli impresari e tra i maggiori organizzatori di giochi gladiatorii in città.
Questo fa sì che le due sepolture, entrambe con una lunga iscrizione, si ritrovino quasi in asse con gli altri numerosi monumenti funerari che stanno lungo la strada antica “fuori le mura” altrimenti nota come la “necropoli di Porta Nocera”. Un asse viario che collegava, lato mare, Pompei con Oplontis, aggirando quella che era stata la cinta difensiva sino all’80 avanti Cristo e convergendo poi nella strada che usciva da Porta Salis, l’attuale porta Ercolano? Dove aveva origine? Dove si fermava? Possibile che proseguisse verso Ovest lungo vie di transito che portavano sino a Nuceria e Salerno? Insomma, una serie di domande alle quali solo indagini e studi futuri potranno dare risposta ma che comunque confermano l’articolazione complessa di una cittadina romana del primo secolo dopo Cristo. E di Pompei in particolare.