Su di un letto di vibrazioni figlie di una ritmica trascinante si articola una cruda, eppur così perfetta, disamina dell’uomo medio e dei germi di violenza insiti nella sua “normalità”.
Senza girarci troppo attorno: Flo è stata una meravigliosa scoperta. Chi vi scrive è senz’altro elettrizzato, nonché curioso di scoprire cosa l’artista campana avrà modo di presentare col suo nuovo progetto, l’album 31SALVITUTTI, in uscita a Novembre e anticipato proprio dal singolo di cui andiamo a parlare: L’uomo normale.
A pensarci bene, volendo descrivere il succitato singolo, mi sbilancerei così: musicalmente parlando siamo di fronte ad un ritmo incalzante, giocato sui tocchi leggeri e rapidi delle corde di una chitarra elettrica che dominano sulla batteria, concentrata su charlie e tamburi per le variazioni, e quel basso profondo che ben aiuta a scandire il tempo, quasi fosse un regista nel dietro le quinte. Ad arricchire ed elevare il tutto c’è la forte (e aggiungerei anche carismatica) voce di Flo, che se nelle strofe si concede ad una recitazione ricca di personalità e mordente (credo sia superfluo aggiungere che la carriera teatrale della cantautrice abbia contribuito molto al risultato finale), nel ritornello trova invece la spinta giusta per aprire la voce ed esplodere (sempre, però, con la dovuta moderazione che si confà a chi sa sfruttare con tecnica i propri strumenti).
Parlando del versante lirico, osserviamo che è qui che Flo ha giocato le sue carte migliori: il tema trattato, quello dell’uomo medio – “normale” nella sua mediocrità e chiusura mentale occultata dall’ipocrisia – è un argomento in realtà assai vivo negli ultimi tempi, declinato già in differenti modi e con differenti risultati, ma qui, per fortuna, trova una sua nuova dimensione. A caratterizzare il testo, difatti, non sono solamente le forti immagini adoperate nei versi delle strofe – tra violenza, coppie tradizionali, finto perbenismo nei confronti dell’omosessualità, e il ridondante e ormai poco credibile pensiero che la “famiglia è la cosa più importante”, la scusa perfetta per i peccati che ognuna delle persone cosiddette “normali” hanno da giustificare – ma il concetto stesso di normalità applicata a tutta questa bassezza. Parlare di tutto quanto descritto sopra, e racchiudere poi il tutto nelle due, terribili parole “uomo normale” è un colpo allo spirito ed alla mente. La saggezza di Flo, e qui mi lascio andare ad un commento assai personale, sta proprio nell’aver usato l’aggettivo normale. Non medio, non troglodita, benchè meno il più provocatorio italiota. No, nulla del genere. L’uomo descritto poc’anzi è l’uomo normale, quello che è ovunque intorno a noi; forse è persino seduto sul vostro divano, a sentenziare qualche giudizio dall’alto del suo perbenismo.
Flo, dunque, colpisce dritto il bersaglio non tanto nell’invitare alla riflessione sull’uomo normale (che, certo, sorge comunque spontanea dopo l’ascolto del brano), quanto piuttosto nel provocare una sensazione di profondo disgusto e disagio durante l’ascolto; quello stesso disagio che facilmente proviamo dinanzi a scene di ordinaria inciviltà, o di finta sensibilità atta solo a mascherare un opportunismo di fondo.
Il cantautorato osservato oggi, dunque, è tra quelli che maggiormente si son fatti specchio della realtà, e della normalità a cui è legata a doppia mandata. Questo basta, secondo l’opinione di chi vi scrive, a suggerirvi con convinzione l’ascolto, magari anche ripetuto, di questo interessante brano. Concluderei, inoltre, affermando che sì, ora la curiosità per il nuovo album di Flo, 31SALVITUTTI, si fa davvero pressante.