Annunciata ufficialmente la proiezione in anteprima di “James”, il documentario sul mitico sassofonista James Senese, alle Giornate Degli Autori.
Diretto da Andrea Della Monica, il documentario sulla incredibile carriera del leggendario artista partenopeo è ormai ultimato e pronto per essere svelato al pubblico; l’anteprima avverrà il giorno 5 Settembre, alle Giornate Degli Autori, che ricordiamo essere una sezione parallela del Festival di Venezia (che si terrà dal 2 al 12 Settembre).
Il documentario, realizzato con il contributo della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania, promette di ripercorrere gli imponenti cinquant’anni di carriera di Senese, tra i suoi lavori con i Napoli Centrale, ancor prima con gli Showmen, passando per i suoi lavori da solista e tanto altro ancora. Si delineerà la figura di un artista che ha lasciato un contributo fondamentale alla musica italiana e non solo. Si esploreranno i suoi conflitti, la sua identità, e come tutto questo sia stato saggiamente trasportato in musica, tra esibizione storiche e grandi collaborazioni, tra suoni Jazz, Fusion, Progressive, tra influenze chiave come Miles Davis e i Wheather Report, perfettamente connesse a vivacità e passione tipicamente napoletane.
Senese – per giunta ancora impegnato nel suo tour estivo, con ultima tappa a Ostia, il 13 Settembre – promette anche un live, probabilmente a seguito della proiezione del documentario, dalle tinte più intimistiche ed essenziali.
Concludiamo con una riflessione: ben vengano prodotti audiovisivi di questa tipologia, perché forse ora come non mai c’è bisogno di rendere accattivante (più di quanto non lo sia già) e fruibile l’incredibile storia che lega Napoli e la Campania tutta alla musica, dunque un sentito applauso va ad Andrea Della Monica e ai realizzatori di questo importante documentario, sperando che da questo spunto si crei un lungo seguito di narratori pronti a toccare nuovamente le grandi storie di artisti immortali e dei loro successi, non per incensare egoisticamente solo una parte di storia (scartando il presente) ma bensì per dimostrare che le magiche e vivaci note musicali che pervasero la nostra terra sono ancora lì, belle e splendenti in eterno, e che sono al servizio della nostra contemporaneità per garantirci cultura, arte e sentimenti.