In provincia di Salerno si trova un complesso di cavità carsiche in cui il tempo sembra essersi fermato per dar vita a paesaggi surreali e vivissimi: Le Grotte di Spartaco
La Campania offre sempre qualche nuovo e fantastico posto da scoprire. Per esempio, se il vostro sogno e quello di fare un viaggio per calarvi nelle atmosfere di “Ventimila leghe sotto il mare” di Jules Verne; allora, senza andare troppo lontano, dovete visitare le Grotte di Spartaco a Castelcivita, in provincia di Salerno. Questo immenso spazio fatto di cavità carsiche, gallerie, cunicoli, sale o “stanze” e laghi, si estende per più di 4800 metri, a trecento metri da Paestum, a destra del fiume Calore, tra i comuni di Castelcivita e Contrano, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Valle di Diano. E rappresenta per la sua lunghezza uno dei complessi speleologi più vasti dell’Italia meridionale. È un luogo talmente suggestivo che le sue caverne hanno fatto da sfondo ad una rappresentazione teatrale incentrato sull’Inferno di Dante Alighieri.
Le Grotte di Spartaco, sono visitabili per solo 1700 metri, ma tanto basta ai visitatori per apprezzare la bellezza dei paesaggi sotterranei, creati dall’incessante lavoro dell’acqua, nei secoli, scandito da innumerevoli stalattiti e stalagmiti, dalle mille forme.
All’inizio, quando queste cavità erano già abitate dagli uomini primitivi dell’era paleolitica, sicuramente lo scenario era diverso, ancora in formazione, ben diverso da quello che secoli dopo, intorno al 71 a.c., conobbe Spartaco, lo schiavo ribelle di Roma, che scelse queste caverne come covo ideale in cui rifugiarsi con la moglie Norce ed altri valorosi guerrieri. Infatti, secondo una leggenda popolare, suffragata poi da alcuni storici, il maestoso antro carsico sarebbe stato il rifugio di Spartaco, che qui trovò riparo dopo una nefasta battaglia contro le milizie imperialiste. Una guerriglia che sarebbe avvenuta nei pressi di Castelcivita. E proprio nel centro del comune cilentano, in Piazza Niccolò Zonzi, si trova l’ingresso delle grotte. L’itinerario è caratterizzato da tre percorsi. Quello turistico, lungo 1.200 metri e accessibile tutto l’anno. Il secondo, quello amatoriale, lungo circa 3000 metri e visitabile solo su prenotazione dal 1 giugno al 31ottobre; ed il terzo, il percorso speleologico, disponibile solo per i professionisti del settore.
Naturalmente, all’interno della grotta i paesaggi cambiano con l’avanzare dei percorsi. Ci sono un susseguirsi di paesaggi che cambiano da “una stanza” all’altra. Di particolare rilevanza sono quella della “Pagota”, composta da un’unica stalagmite monumentale; la stanza del Principe di Piemonte che presenta una colonna costituita da eleganti elementi a disco orizzontale e i Pozzi della Morte, profonde cavità verticali quasi completamente riempite d’acqua. Poi, ugualmente degne di nota, sono: la Sala del Castello, la Caverna di Bertalli , la cascata e la Caverna Boyer, solo per citarne alcune. È bene ricordarsi che le grotte presentano un terreno scivoloso, reso tale dalla presenza di acqua, così come pure le temperature che sono freschette e umide. Quindi, è bene munirsi di scarpe adatte, felpe o giacche a vento.
Comunque è bello pensare che a Castelcivita, mentre sopra sul suolo cittadino, brulica della vita di persone che di preparano per il mare; sotto, più giù, nelle grotte, il tempo rimane sospeso, intrappolato nei tanti disegni che incessantemente l’acqua continua a scolpire sulla roccia.