Tranquillo, semplice, e per questo Controcorrente: Stefanelli si è lasciato andare ad un esordio che esplicita le sue intenzioni come artista: esser puro e lontano da quella pomposità tipicamente mainstream.
Semplice, davvero semplice, volutamente semplice. L’esordio di Stefanelli è come Stefanelli stesso: acqua e sapone, e pure molta tranquillità.
Controcorrente vuole essere un esperimento che ha per obiettivo l’osservare che cosa avviene se si decide di muoversi in una direzione totalmente opposta al normale, al quotidiano, al prevedibile. In un momento storico dove persino la parola più pura come Indie comporta un lavoro di costruzione (e della musica, e del personaggio che c’è dietro) stratificato e complesso, dove non ci si limita solamente alla cura nella produzione, ma alla pomposità dell’intero progetto, ecco che Stefanelli invece gioca carte ben diverse: la semplicità, una disinteressata sincerità e una profonda passione per un suono squisitamente imperfetto, curato proprio per esser tale e, proprio per questo, mai grezzo.
Stefanelli diverte con la sua Controcorrente: un brano orecchiabile, che facilmente ci spinge a canticchiare, e che regala persino una gran bella esperienza se ascoltato con un set di cuffie che permettano di apprezzare il buon lavoro fatto sui bassi in fase di produzione e mixaggio (a cura, per giunta, del buon Massimo De Vita, in arte Blindur).
“La bassa qualità, lo specchio della mia onestà” canta Stefanelli, e noi in fondo confermiamo. Controcorrente è un brano onesto di un artista che, sebbene emergente non sia (date le notevoli esperienze con i Kafka sulla Spiaggia o con Blindur stesso), ha deciso di raccontare qualcosa di totalmente suo in una maniera autentica, possa essa piacere oppure no.
Non nego, e qui forse entriamo in una digressione che si fa inevitabilmente più personale, che Controcorrente possa non essere apprezzata al primo ascolto, o comunque rischi di risultare priva di troppo mordente, a primo acchito. Questo certamente vale per tutte le cose, ma nel caso di un brano come quello di Stefanelli (la cui ribadita semplicità può facilmente esser scambiata per poca cura…) è d’uopo un consiglio: concedetevi più di un primo, superficiale ascolto. Mettetela in loop, gustatevi quel paio di minuti di belle note con la giusta calma e concentrazione. Il diritto di non apprezzare – nell’eventualità non riusciste ad appassionarvi al brano – è più che lecito, se non altro, però, vi sarete tolti la soddisfazione di sentire davvero cosa Stefanelli abbia da dirvi.
Concludo affermando con convinzione che l’esperimento che racchiude Controcorrente è riuscito in toto, e che la curiosità di osservare futuri passi di Stefanelli si fa sempre più impellente. Ben venga, in questo caso, il navigare controcorrente!